Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso di Banco BPM contro la sospensione dell’offerta pubblica di scambio (OPS) lanciata da Unicredit. La decisione, presa dalla seconda sezione quater del tribunale amministrativo, conferma il congelamento dell’operazione fino al 23 giugno, come stabilito dalla Consob. Si complica così un’operazione strategica per il settore bancario italiano, già segnata da tensioni e contrasti.
Cosa è successo
Il nodo centrale riguarda la sospensione dell’OPS voluta da Consob, accogliendo la richiesta di Unicredit. Banco BPM aveva presentato ricorso per bloccare la sospensione, ritenuta ingiustificata e dannosa. L’amministratore delegato Giuseppe Castagna ha definito il provvedimento “abnorme”, sottolineando come limiti l’azione della banca e penalizzi gli interessi degli azionisti.
Con la sentenza del Tar, la sospensione rimane in vigore fino al 23 giugno. Questo rinvio lascia l’operazione in stallo, alimentando l’incertezza sui tempi e sugli sviluppi futuri dell’offerta. Unicredit, nel frattempo, ha dichiarato di voler continuare a dialogare per chiarire le condizioni normative, in particolare sul fronte del Golden power.
Andrea Orcel, CEO di Unicredit, ha ribadito che le probabilità di portare avanti l’OPS sono ridotte al 20% o meno, soprattutto in assenza di chiarimenti sul perimetro normativo legato alla Russia. Unicredit ha già tagliato l’esposizione nel Paese dell’85-90%, ma restano ancora crediti residui difficili da dismettere rapidamente.
Perché è importante
Il blocco dell’offerta rappresenta un rallentamento significativo per le ambizioni di consolidamento bancario di Unicredit in Italia. La mancata chiarezza sul Golden power complica l’operazione, ponendo interrogativi sull’equilibrio tra interesse strategico nazionale e mercato.
Le dichiarazioni di Orcel evidenziano la volontà del gruppo di non forzare operazioni senza trasparenza normativa, pur mantenendo l’interesse per operazioni strategiche future. Questo approccio prudente rafforza l’immagine di Unicredit come attore istituzionale responsabile.
In un contesto di fusioni e acquisizioni bancarie europee, la vicenda Unicredit-Banco BPM diventa un caso emblematico delle sfide tra regolazione, geopolitica e consolidamento.
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