UniCredit si prepara a un futuro di crescita organica, lasciandosi progressivamente alle spalle il mercato russo. Il CEO Andrea Orcel ha confermato al Financial Times che la presenza del gruppo in Russia sarà “praticamente eliminata entro il 2026”, rispettando le richieste sia della Banca Centrale Europea sia del governo italiano.
Cosa è successo
Dopo aver sospeso le operazioni sulle acquisizioni di Banco BPM e Commerzbank, Orcel ha chiarito che oggi l’obiettivo principale è migliorare la redditività e i ritorni per gli azionisti, senza escludere però possibili future offerte sul mercato. Il calo dei tassi d’interesse impone un contesto più difficile per le banche europee, che UniCredit affronterà puntando a rafforzare il private banking e la gestione patrimoniale.
UniCredit distribuirà 9,5 miliardi di euro agli azionisti nel 2025, ma alcuni esperti segnalano che una forte restituzione di capitale potrebbe ridurre la flessibilità per operazioni di crescita future. Sul fronte regolamentare, la decisione della Commissione Europea sul cosiddetto Golden Power italiano sulla vicenda Banco BPM è attesa a metà novembre. Orcel ha ammesso di aver sottovalutato l’impatto politico di questa operazione.
In Germania, la partecipazione del 29% in Commerzbank resta invece in una fase di stallo a causa dell’opposizione del board e del governo, con Orcel che deciderà entro il 2027 se procedere con un’offerta o uscire dalla partecipazione.
Perché è importante
La scelta di uscire dal mercato russo rappresenta un segnale chiaro di disimpegno da una regione sotto forte pressione geopolitica e regolamentare, in linea con le aspettative delle autorità europee e italiane. Questa svolta consentirà a UniCredit di focalizzarsi su mercati più strategici e meno rischiosi.
Contemporaneamente, il focus sul rafforzamento delle attività di private banking e gestione patrimoniale può tradursi in maggiori ricavi e stabilità finanziaria in un contesto macroeconomico europeo complesso. L’approccio mantenuto da Orcel, che vede UniCredit come un “strano, meraviglioso animale”, riflette la volontà di consolidare i solidi risultati raggiunti dal gruppo a partire dal 2021, pur mantenendo un occhio attento sulle dinamiche politiche e regolamentari che influenzano il settore bancario europeo.
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Foto: Shutterstock/ mayam_studio
