Le azioni europee sono crollate venerdì poiché i dati preliminari sul PIL dell’eurozona hanno mostrato un aumento leggermente inferiore al previsto nel primo trimestre, mentre i dati preliminari tedeschi sul PIL sono stati ben al di sotto delle aspettative. In Germania, le statistiche preliminari dell’indice dei prezzi al consumo (CPI) rivelano anche un tasso di inflazione inferiore al previsto ad aprile.
Cosa c’è da sapere
- Il PIL dell’Eurozona nel primo trimestre del 2023 è stato dello 0,1% su base trimestrale annualizzato, al di sotto delle proiezioni di crescita dello 0,2% e alimentando i timori per un rallentamento economico nella regione. In termini annui, il PIL dell’Eurozona è aumentato dell’1,3%, in calo rispetto all’1,8% del quarto trimestre 2022 e al di sotto delle stime dell’1,4%.
- Il PIL tedesco nel primo trimestre del 2023 è stato stabile, inferiore alle aspettative di aumento dello 0,2%. In termini annui, il PIL della Germania è aumentato dello 0,2%, in calo rispetto allo 0,3% del quarto trimestre 2022 e al di sotto delle stime dello 0,8%.
- Il PIL della Francia è cresciuto dello 0,2%, mentre l’Italia e la Spagna sono cresciute dello 0,5% ciascuna.
- La pubblicazione preliminare dell’IPC in Germania si è attestata al 7,2% su base annua ad aprile, inferiore al 7,3% previsto, e un aumento dello 0,4% su base mensile, inferiore allo 0,6% previsto.
Reazioni del mercato
L’indice Euro Stoxx 50, rispecchiato dall’ETF iShares MSCI Eurozone (NYSE:EZU), è sceso dell’1,3%.
Tra i mercati azionari nazionali, il CAC 40 francese, seguito dall’ETF iShares MSCI France (NYSE:EWQ), ha registrato la performance peggiore, in calo dell’1,4%.
Tra i settori, le banche hanno registrato le maggiori perdite, con le banche europee di riferimento in calo del 2,5%.
L’euro è sceso al di sotto di quota 1,10 rispetto al dollaro, con l’Invesco CurrencyShares Euro Currenty Trust ETF (NYSE:FXE) che dovrebbe aprire al ribasso sul mercato statunitense venerdì.
I mercati attendono ora la pubblicazione dell’indicatore di inflazione preferito dalla Fed, l’indice Personal Consumption Expendence (PCE) per gli Stati Uniti.
Foto Unsplash