Shuhei Yoshida, responsabile degli sviluppatori indipendenti di Sony Interactive Entertainment, gruppo Sony (NYSE:SONY), ha recentemente condiviso il suo punto di vista sul ruolo dell’intelligenza artificiale (IA) nello sviluppo di giochi.
In un’intervista con The Guardian, Yoshida ha rivelato di aver avuto esperienze con l’intelligenza artificiale mentre cercava sviluppatori per PlayStation. Ha parlato di una competizione indipendente in Giappone in cui un partecipante ha creato «una grafica incredibile e bellissima» utilizzando Midjourney, un generatore di arte artificiale.
Il veterano del settore e vincitore dei BAFTA game Awards 2023 ritiene inoltre che l’intelligenza artificiale possa aiutare gli sviluppatori a produrre animazioni, comportamenti e programmi di debug.
«È incredibile come un piccolo numero di giovani possa creare un gioco dall’aspetto incredibile», ha detto.
Nonostante le preoccupazioni che l’IA possa sostituire lo sforzo umano in aree come l’arte, la musica e la stesura di codici, ha sottolineato che l’IA è semplicemente uno strumento e qualcuno deve usarla.
«L’intelligenza artificiale cambierà la natura dell’apprendimento per gli sviluppatori di giochi, ma alla fine lo sviluppo sarà più efficiente e le persone creeranno cose più belle. La creatività è più importante, la direzione, il modo in cui immagini ciò che desideri», ha detto Yoshida.
I videogiochi sono un mezzo che abbraccia appieno i progressi tecnologici per creare esperienze divertenti e coinvolgenti, ha osservato, e ritiene anche che il futuro del settore sarà definito dal talento, non dalla tecnologia o dai modelli di business.
Yoshida ha sottolineato l’importanza di sostenere e incoraggiare idee creative e individui che lavorano su cose nuove. Ha espresso la sua preoccupazione che il settore possa diventare ripetitivo, con la stessa Top 10 che domina ogni anno, e che tutti i giochi possano diventare giochi di servizio, rendendo il settore noioso.
«Il settore continua a crescere e spero che continui a sostenere e inseguire idee creative e persone che cercano di lavorare su cose nuove. Non vorrei mai vedere una top 10 con giochi più o meno uguali ogni anno, diventare tutti giochi di servizio… Sarebbe un po’ noioso, per me», ha detto il 59enne che ha contribuito alla gestione degli studi americani di PlayStation negli anni 2000.
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