Google di Alphabet Inc. (NASDAQ:GOOGL) è sempre più sotto esame da parte delle autorità di regolamentazione di tutto il mondo per le sue commissioni sul Play Store. Se Epic Games ha dato il via alle danze con la sua azione legale nel 2020, le autorità di regolamentazione di Australia, India e Corea del Sud, tra le altre, stanno stringendo le maglie.
Cosa è successo
Le autorità di regolamentazione di diversi Paesi del mondo stanno alzando il tiro sulle commissioni del Play Store di Google, sui sistemi di fatturazione e sulle pratiche anticoncorrenziali.
Ad esempio, dal 2017 la sola Google è stata multata per 10,63 miliardi di dollari dalle autorità di regolamentazione e dai tribunali di tutto il mondo.
A seguito della causa intentata da Epic Games nel 2020, quando Google e Apple Inc. (NASDAQ:AAPL) hanno bandito Fortnite dai rispettivi app store, le autorità di regolamentazione di tutto il mondo hanno iniziato a controllare molto più da vicino le pratiche di queste due aziende.
Ora c’è più pressione
Ad esempio, la Commissione australiana per la concorrenza e i consumatori (ACCC) sta valutando una legge che consenta agli sviluppatori di app di offrire acquisti in-app senza dover sottrarre i loro guadagni per Google e Apple, come riporta The Guardian.
“Se il nostro Paese non fa un passo avanti per dare potere a questo obbligo, non verrà offerto”, ha dichiarato il presidente dell’ACCC Gina Cass-Gottlieb.
Attualmente, Google e Apple prendono fino al 30% delle vendite degli sviluppatori di app dai loro app store. Google ha ridotto la percentuale al 15% per un milione di dollari, dopodiché applica una tariffa più alta del 30%, ma gli sviluppatori dovranno iscriversi a questo programma in modo specifico.
In India, un tribunale locale ha ordinato a Google di non rimuovere l’applicazione Disney+ Hotstar dal Play Store, come riporta Reuters. Il tribunale ha anche ordinato a Google di applicare una commissione significativamente inferiore, pari al 4%, sugli acquisti in-app nell’app, invece dell’11-26% che altrimenti addebita.
Le autorità di regolamentazione sudcoreane hanno imposto una multa di 32 milioni di dollari a Google per le sue pratiche anticoncorrenziali volte a escludere un rivale locale. Le autorità di regolamentazione hanno anche obbligato Google a offrire sistemi di pagamento alternativi al proprio, dando agli sviluppatori di app la libertà di scegliere il sistema.
Per contro, i Paesi Bassi hanno avuto poco successo finora: sono riusciti a convincere Apple a offrire sistemi di pagamento alternativi solo per le app di incontri.
Ciononostante, il controllo normativo è in aumento e il Digital Markets Act dell’Unione Europea probabilmente costringerà Google e Apple a offrire opzioni di pagamento alternative.
Resta da vedere se le due aziende che dominano il settore degli smartphone con il Google Play Store e l’App Store si adegueranno o se trascineranno oltre il processo.