Il gigante della ricerca web di proprietà di Alphabet Inc (NASDAQ:GOOG) (NASDAQ:GOOGL) affronta una causa collettiva secondo cui Google avrebbe rubato i dati personali e creativi degli americani per addestrare i suoi prodotti di intelligenza artificiale.
La causa a Google
Google si è trovata al centro di una causa collettiva presentata dallo studio legale Clarkson nel Tribunale del Distretto Nord della California.
La causa accusa il gigante tecnologico, insieme alla sua società sorella di AI DeepMind e alla società madre Alphabet, di aver raccolto segretamente i dati senza il consenso o la consapevolezza di queste azioni da parte di milioni di cittadini americani.
L’accusa sostiene che Google avesse segretamente raccolto grandi quantità di informazioni personali e professionali, tra cui opere creative, fotografie, e-mail e impronte digitali, per addestrare i suoi prodotti di AI generativa come il chatbot Bard.
“È emerso di recente che Google ha segretamente rubato tutto ciò che è stato creato e condiviso su internet da centinaia di milioni di americani”, recitava il documento dell’accusa.
La class action, sostiene che Google abbia raccolto segretamente dati da siti web a pagamento e da piattaforme note per ospitare raccolte pirata di libri e opere creative.
La causa legale ha anche evidenziato un aggiornamento recente della politica sulla privacy di Google, che esplicitamente affermava l’intenzione dell’azienda di raccogliere informazioni “pubblicamente disponibili online” per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale.
In una dichiarazione rilasciata a Reuters, Google ha definito le accuse come “infondate” e la consigliera generale dell’azienda, Halimah DeLaine Prado, ha dichiarato che Google è stata trasparente per anni riguardo all’utilizzo di dati provenienti da fonti pubbliche, incluse le informazioni pubblicate sul web e dataset pubblici, per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale in modo responsabile e in conformità con i Principi di IA.
Perché è importante
L’iniziativa legale segue un’altra denuncia presentata dallo studio legale Clarkson contro OpenAI, che ha accusato l’azienda di furto di dati per addestrare il modello di linguaggio di intelligenza artificiale chatGPT.
Uno dei querelanti nella causa contro Google, identificato come “J.L.”, è stato descritto come un autore di best-seller del New York Times e giornalista investigativo residente in Texas.
J.L. ha affermato che Google aveva utilizzato un PDF rubato del suo libro per addestrare Bard, dalla qual cosa era conseguita la disponibilità non autorizzata del suo lavoro sulla piattaforma di intelligenza artificiale. Bard avrebbe fornito riassunti dei capitoli e persino condiviso estratti testuali dal suo libro, riporta Business Insider.