Martedì i National Institutes of Health (NIH) degli USA hanno affermato che, dopo aver esaminato le prove disponibili dai dati pubblicati e non pubblicati sulla terapia al plasma iperimmune contro il COVID-19, non ci sarebbe alcun motivo per raccomandare o sconsigliare tale trattamento.
Cosa è successo Il comitato per le linee guida al trattamento del COVID-19, una parte del NIH, ha affermato che il plasma iperimmune non dovrebbe essere considerato lo standard di cura per il trattamento dei pazienti con la malattia, secondo una dichiarazione.
“Sono necessari studi randomizzati prospettici, ben controllati e adeguatamente alimentati per determinare se il plasma iperimmune sia efficace e sicuro per il trattamento del COVID-19”, hanno detto gli esperti del NIH.
Perché è importante Ad agosto la Food and Drug Administration (FDA) aveva rilasciato un’autorizzazione all’uso di emergenza per il plasma iperimmune nel trattamento dei pazienti di COVID-19 ricoverati.
Il trattamento prevede l’infusione di plasma ricco di anticorpi da persone guarite in pazienti affetti da COVID-19, nella speranza che ciò susciti una risposta immunitaria positiva, secondo Stat News.
Si dice che la decisione dell’FDA di procedere con l’approvazione del trattamento in caso di emergenza abbia connotazioni politiche legate alla rinascita delle fortune politiche del presidente Donald Trump, secondo Politico.
Allo stesso modo, secondo quanto riferito, l’amministrazione starebbe anche spingendo per conferire la designazione ‘fast-track’ ad un vaccino contro il coronavirus, molto probabilmente quello prodotto da AstraZeneca plc (NYSE:AZN), in vista delle elezioni presidenziali di novembre.
Il presidente dell’FDA Stephen Hahn ha dichiarato al Financial Times che l’agenzia è disposta ad accelerare il processo di autorizzazione del vaccino per far approvare un candidato senza che abbia ancora presentato i risultati dei test di fase 3.
I vaccini sottoposti a test umani di fase avanzata, o in prossimità di essi, includono quelli prodotti da Pfizer Inc (NYSE:PFE), Johnson and Johnson (NYSE:JNJ), Moderna Inc (NASDAQ:MRNA) e Inovio Pharmaceuticals Inc (NASDAQ:INO).