Dopo aver lanciato il sito di e-commerce di maggior successo del pianeta e poi aver lasciato il pianeta per un viaggio ai confini dello spazio, cosa può fare ancora Jeff Bezos?
Sembra che la sua ultima impresa consista nel riportare indietro le lancette del tempo o, almeno, nell’investire in un’azienda biotech che fa ricerca su come invertire il processo di invecchiamento.
Cosa è successo
Secondo un articolo del MIT Technology Review che cita alcune “fonti a conoscenza dei piani” rimaste anonime, il fondatore ed ex CEO di Amazon.com, Inc. (NASDAQ:AMZN) investirà in Altos Labs, una startup della Silicon Valley focalizzata sulla tecnologia di riprogrammazione biologica.
Altos Labs è stata costituita nel Delaware all’inizio di quest’anno; in base a un’informativa titoli depositata in California a giugno, la società ha già raccolto circa 270 milioni di dollari. La quota di investimento di Bezos non è nota, e in questa impresa si unisce a lui Yuri Milner, venture capitalist russo-israeliano ed ex presidente dell’azienda Internet Mail Ru Group Ltd (OTC:MLRYY). Secondo quanto riferito, i loro fondi di investimento verranno utilizzati per reclutare professori universitari da inserire nel team di ricerca e sviluppo dell’azienda, con stipendi annui da 1 milione di dollari.
Cosa aspettarsi
Secondo il Journal of Biological Engineering, la tecnologia impiegata da Altos Labs, nota come riprogrammazione cellulare diretta o transdifferenziazione, consente la “riprogrammazione di un tipo di cellula somatica direttamente in un altro, senza la necessità di passare attraverso uno stato pluripotente indotto”, una tecnica che può essere utilizzata nel trattamento di lesioni o malattie. Questa iniziativa può espandere i campi della medicina rigenerativa, incluso un prolungamento più salutare della vita umana.
Altos è una delle tante startup in questo settore; fra le altre vi sono Life Biosciences, Turn Biotechnologies, AgeX Therapeutics, Shift Bioscience e Unity Biotechnology – in precedenza Bezos ha investito un importo non rivelato in quest’ultima – ma nessuna di queste società ha ancora annunciato trattamenti che coinvolgono studi clinici con soggetti umani.
Foto: Daniel Oberhaus su Flickr