Il miliardario Elon Musk ha spesso parlato delle sue preoccupazioni per la sottopopolazione del pianeta e ha detto che le persone dovrebbero concentrarsi sull’avere più bambini per risolvere il problema del basso tasso di natalità e del collasso della popolazione.
All’inizio di quest’anno, Musk ha condiviso le sue preoccupazioni su come la pandemia di Covid-19 abbia portato a un tasso di natalità inferiore rispetto al baby boom previsto come conseguenza dell’isolamento previsto a casa.
Ora, una struttura per il parto potrebbe rispondere alle preoccupazioni di Musk sui bassi tassi di natalità nel mondo. La prima struttura per l’utero artificiale al mondo, ECtoLife, promette di produrre infatti bambini personalizzati.
Il produttore cinematografico e biotecnologo Hashem Al-Ghaili ha creato la tecnologia che consentirebbe alle donne a cui è stato asportato l’utero di procreare, riducendo al contempo le nascite premature e combattendo il calo della popolazione, riporta il Daily Mail.
Funzionando con energia rinnovabile, la struttura prevede di ospitare 75 laboratori, ciascuno dotato di un massimo di 400 capsule di crescita o uteri artificiali, riporta il media.
Le capsule sono progettate per riprodurre le condizioni reali dell’utero materno e includono sensori che monitorano i parametri vitali del bambino, come battito cardiaco, temperatura e saturazione di ossigeno.
ECtoLife mira a far crescere fino a 30.000 bambini all’anno all’interno delle sue capsule per il parto.
Al-Ghaili afferma che il concetto si basa su «50 anni di ricerca scientifica rivoluzionaria condotta da ricercatori di tutto il mondo» e le capsule per il parto potrebbero essere diffuse tra «pochi decenni», riporta il Daily Mail.
Al-Ghaili ritiene che le strutture per l’utero artificiale potrebbero diventare una realtà in 10 anni se le restrizioni etiche verranno rimosse, riferisce il Mirror.
Secondo il rapporto, un «pacchetto Elite» consentirebbe alle persone di «ingegnerizzare geneticamente l’embrione prima di impiantarlo nell’utero artificiale».
Inoltre, i genitori potranno selezionare il livello di intelligenza, l’altezza, i capelli, il colore degli occhi, la forza fisica e il tono della pelle del loro bambino.
Al-Ghaili afferma: «Ogni singola caratteristica menzionata nel concept è basata al 100% sulla scienza ed è confermata da scienziati e ingegneri».
«L’unica cosa ancora da fare è costruire un prototipo combinando tutte le funzionalità in un unico dispositivo», ha detto il Mirror.
Al-Ghaili sostiene che la struttura per l’utero artificiale può «aiutare» i paesi che affrontano il problema di una popolazione in calo, come Giappone, Bulgaria e Corea del Sud, tra gli altri.
«In termini di tempistiche, dipende dalle linee guida etiche. Al momento, la ricerca sugli embrioni umani non è consentita oltre i 14 giorni. Dopo 14 giorni, gli embrioni devono essere distrutti per motivi etici», aggiunge.
Foto Clip YouTube di Hashem Al-Ghaili
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