Negli ultimi anni le aziende a grande capitalizzazione USA hanno avuto performance azionarie migliori delle small cap, ma in passato non sempre è stato così
Cosa è successo È interessante notare che questa tendenza non è applicabile a tutte le regioni; in effetti in Europa la situazione è invertita, un elemento che fa riflettere visto che le economie dell’Europa hanno arrancato a lungo rispetto a quella degli USA.
“Storicamente, la performance relativa degli indici dell’EuroSTOXX è stata simile a quella degli indici statunitensi; tuttavia, dalla metà del 2015 in Europa le small cap hanno continuato a sovraperformare le large cap, mentre le small cap statunitensi hanno arrancato”, secondo una ricerca di BNP Paribas.
Perché è importante Un modo per gli investitori di accedere a questa tendenza è tramite il WisdomTree Europe SmallCap Dividend Fund (NYSE:DFE), l’unico ETF a distribuzione dedicato alle aziende europee a bassa capitalizzazione.
“Da giugno 2015 le small cap europee hanno sovraperformato le large cap del 2,5% annualizzato, mentre negli USA le small cap sono rimaste indietro rispetto alle large cap del 5,7%. I settori che hanno maggiormente contribuito a questa divergenza sono stati la tecnologia, i finanziari e i beni voluttuari al di fuori di Internet”, osserva BNP Paribas.
Nell’ordine i titoli di servizi finanziari, i beni di consumo ciclici e i tecnologici costituiscono il 45% della ponderazione di DFE e rappresentano dalla seconda alla quarta maggiore esposizione settoriale nell’ETF; è importante sottolineare come la tecnologia non sia la principale fonte di forza potenziale del prodotto.
“In particolare per quanto riguarda i titoli finanziari e immobiliari a bassa capitalizzazione, l’Europa ha sovraperformato, ma gli Stati Uniti hanno sottoperformato; ciò dimostra che ci sono state altre ragioni oltre alla tecnologia per la sottoperformance delle small cap statunitensi”, ha affermato BNP Paribas.
Il DFE ha una ponderazione del 6,63% sui titoli del settore immobiliare.
Cosa è successo Le small cap su entrambe le sponde dell’Atlantico non presentano valutazioni notevolmente allettanti, indicando che non saranno gli sconti l’elemento di stimolo per attirare gli investitori.
“Da un punto di vista storico, le small cap vengono scambiate a un prezzo superiore alle large cap: circa il 25% in più negli Stati Uniti e il 10% in più in Europa. Attualmente, il sovrapprezzo negli Stati Uniti è solo dell’8%, il che suggerisce che le small cap sono economiche”, ha affermato BNP Paribas, “ma se escludiamo le costose large cap tecnologiche, il sovrapprezzo sale al 30%, il che corrisponde alla media di lungo periodo; i multipli in Europa sono simili, quindi non esiste un’opportunità ovvia semplicemente basata sulle valutazioni”.
Per quanto riguarda DFE, una fonte di attrazione è rappresentata dal rendimento da dividendo del 3,24%, ben superiore a quello che gli investitori guadagnano con gli indici S&P 500 o S&P SmallCap 600.