Greg Abel, destinato a succedere a Warren Buffett come CEO di Berkshire Hathaway, ha iniziato la sua carriera promuovendo l’energia geotermica in California. Ma mentre si prepara a prendere il posto di uno degli investitori più influenti al mondo, Abel ora sovrintende un enorme impero di combustibili fossili e difende l’energia a carbone, nonostante l’aggravarsi della crisi climatica.
Cosa è successo
Abel ha iniziato a lavorare per CalEnergy nel 1992, secondo il Los Angeles Times. Lavorando con impianti geotermici a Salton Sea e China Lake che producevano elettricità pulita, è salito di grado, diventando infine presidente.
Nel 1999, CalEnergy acquisì MidAmerican Energy e presto Berkshire Hathaway di Buffett ne divenne un importante investitore. Questo accordo segnò l’ingresso di Buffett nel settore energetico e portò Abel nella sua cerchia ristretta.
Nonostante il suo inizio nell’energia pulita, durante l’assemblea annuale dell’azienda a Omaha, Abel ha risposto a una domanda sull’inquinamento da carbone di Berkshire, che è classificato come il peggiore tra le principali aziende statunitensi per le emissioni di ossido di azoto secondo un’indagine Reuters, affermando che le utility come MidAmerican erano state plasmate dalle politiche statali.
“Abbiamo dovuto riconoscere che implementiamo le politiche pubbliche in questi stati”, ha detto. Abel ha anche affermato che le centrali a carbone erano ancora vitali per la stabilità della rete, in particolare in Iowa, dove cinque unità a carbone sono ancora operative.
Perché è importante
I commenti di Abel, insieme al registro delle attività di lobbying di Berkshire, indicano che l’azienda è riluttante ad accelerare una transizione verso l’energia pulita.
L’organizzazione ambientalista di base Sierra Club ha criticato la risposta di Abel, affermando: “Berkshire ha team di lobbisti e avvocati aggressivi che combattono qualsiasi regolamentazione a livello statale e federale che incentivirebbe le transizioni verso l’energia pulita”.
Secondo i dati raccolti da OpenSecrets.org, Berkshire ha speso 65 milioni di dollari in attività di lobbying presso il governo federale negli ultimi dieci anni. Ha chiesto l’allentamento delle normative sull’inquinamento atmosferico e ha intentato cause legali contro le politiche ambientali federali e statali.
L’azienda ha anche ritardato la chiusura delle sue centrali a carbone nello Utah e nel Wyoming e sta chiedendo all’amministrazione Trump di bloccare i mandati di controllo dell’inquinamento messi in atto per proteggere la qualità dell’aria nei parchi nazionali.
Mentre la California ha quasi eliminato il carbone dal suo mix energetico, PacifiCorp di Berkshire gestisce ancora sei centrali a carbone in tutto l’Ovest degli Stati Uniti. Un portavoce di PacifiCorp ha dichiarato al LA Times che i tempi di dismissione del carbone non sono impegni fermi e ha detto che sono soggetti a modifiche.
Nel frattempo, secondo Bloomberg, l’investimento di Berkshire nelle azioni di Occidental Petroleum non si è rivelato una scommessa vincente, con gli analisti che stimano che la società abbia subito circa 4,5 miliardi di dollari di perdite.
Mentre Abel prende il posto di Buffett, il contrasto tra il suo precedente coinvolgimento nell’energia pulita e l’attuale posizione favorevole al carbone solleva interrogativi sul futuro percorso di una delle aziende più influenti d’America.
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Foto: mark reinstein / Shutterstock
