PARIS, 25 febbraio 2022 /PRNewswire/ — Secondo il Collins English Dictionary, un NFT è «un certificato digitale unico, memorizzato su una blockchain, che serve a registrare la proprietà di un bene come un’opera d’arte o un oggetto da collezione». In realtà gli NFT possono comprendere una vasta gamma di beni (opere d’arte, brani musicali, accessori di moda, ecc.) che possono essere tangibili o intangibili, e alcuni di essi sembrano porre problemi di tipologia sia ai collezionisti che ai legislatori.
Secondo thierry Ehrmann, CEO e fondatore di Artmarket.com e del suo dipartimento Artprice: «La tecnologia degli NFT ha aperto delle prospettive artistiche completamente nuove che attirano un’ampia gamma di artisti e progetti. Dai drop di @muratpak che si combinano all’interno dei nostri wallet fino agli NFT del British Museum coniati da @LaCollectionOff, gli NFT hanno dato vita a nuove opere d’arte e reso possibile duplicare opere del mondo digitale che già amiamo e apprezziamo».
L’opera fisica non esiste
Inizialmente gli NFT sono stati progettati per attestare la proprietà di opere digitali che possono viaggiare da un computer all’altro ed essere copiate all’infinito. Tutti noi possiamo salvare nello smartphone un’opera di Beeple postata su Instagram, ma solo una persona (o un numero molto limitato) possiede effettivamente l’NFT.
Di conseguenza, l’immagine di un’opera digitale può liberamente circolare sul web, mentre l’artista e i collezionisti mantengono il controllo sulla sua proprietà. Nel caso di Pak o Mad Dog Jones, le opere non hanno interesse ad esistere nel mondo reale in quanto nessun supporto si presta alla loro visualizzazione meglio dello schermo.
La versione fisica potrebbe essere creata
Di fronte al prezzo record registrato nel marzo 2020 da Christie’s per l’opera di Beeple, il pittore David Hockney (classe 1937) aveva lamentato il fatto che The First 5,000 Days non esisteva davvero. A quest’affermazione Beeple aveva risposto via Twitter: «Nessuno mi aveva detto che bisognasse stamparla per trasformarla magicamente in un’opera d’arte». E ancora: «Voglio veramente mettermi in regola, cerco consigli su una stampante, budget: 69 milioni di dollari».
Dietro alla natura ironica di questo scambio, si nasconde l’effettiva richiesta di una controparte fisica agli NFT. Questa esigenza è stata di recente oggetto di un articolo del Wall Street Journal: «L’arte NFT esiste nel mondo digitale. I collezionisti vogliono appenderla al muro. Scorrere un vasto repertorio di immagini su uno smartphone o un computer non basta più ai possessori di arte digitale (Kelly Crow, 02/02/2022)».
https://www.wsj.com/articles/nfts- hang-digital-art-real-life-11643761088
Samsung e Infinite Objects offrono già delle eleganti soluzioni che consentono di visualizzare le opere digitali nel nostro salotto, e alla fine anche lo stesso Beeple ha deciso di accompagnare i suoi NFT con delle stampe digitali.
L’opera fisica esiste e può anche essere acquistata
La tecnologia degli NFT consente inoltre di duplicare la proprietà di un dipinto, di una scultura, di una foto o persino di un’installazione nell’universo digitale in modo che l’NFT e l’opera fisica possano coesistere ed essere acquistate separatamente. Ma questo dualismo pone diversi interrogativi circa il loro legame.
Nel marzo 2021 il collettivo BurntBanksy, sostenuto da Injective Protocol, ha bruciato un dipinto di Banksy acquistato per 95.000 dollari e, contemporaneamente, ne ha coniato una copia digitale con un NFT associato che ha immediatamente rivenduto su OpenSea per 380.000 dollari. L’obiettivo di questa operazione, vietata dalla legge, era chiaramente quello di trasferire l’opera e il suo intero valore nell’universo digitale: agli occhi del collettivo, il valore della copia dell’NFT sarebbe rimasto sempre subordinato a quello dell’opera originale. Distruggendo quest’ultima, hanno trovato una soluzione radicale e illegale per risolvere un paradosso e, al tempo stesso, incrementarne il valore.
L’opera fisica esiste ma non può essere acquistata
Per finire, oggi è tecnicamente possibile acquistare la proprietà di copie digitali di capolavori che appartengono ai musei più prestigiosi del mondo. Alcune grandi istituzioni, come la Galleria degli Uffizi a Firenze e l’Ermitage a San Pietroburgo, si sono imbarcate in quest’avventura.
Anche il British Museum di Londra ha iniziato a vendere alcune opere delle sue collezioni sotto forma di NFT tramite la piattaforma LaCollection.io. Anche se non è ancora possibile trovare delle versioni NFT dei Frontoni del Partenone o della Stele di Rosetta, il museo e la piattaforma LaCollection.io hanno già iniziato a creare una comunità di collezionisti digitali intorno alle opere di Hokusai e JMW Turner:
«Acquistare un NFT emesso dal British Museum è un modo per supportare l’istituzione, vivere una nuova esperienza come collezionista e contribuire alla prima esplorazione del Metaverso nella storia dell’arte».
Immagine: [https://imgpublic.artprice.com/img/wp/sites/11/2022/02/Schema-NFT-EN.jpg]
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