- Lo strumento in basalto a grana fine è lungo 51,3 cm ed ha probabilmente più di 200.000 anni
- Sembra essere il più grande bifacciale al mondo risalente al periodo paleolitico inferiore-medio
- I team di ricerca della Royal Commission for AlUla continuano a svelare antichi misteri.
ALULA, Arabia Saudita, 7 novembre 2023 /PRNewswire/ — Un team di ricercatori che lavorano ad AlUla, nel nord-ovest dell’Arabia Saudita, ha scoperto quello che probabilmente è il più grande bifacciale rinvenuto al mondo. La valutazione iniziale sul campo suggerisce che questo gigantesco manufatto risalga al periodo paleolitico inferiore-medio e abbia più di 200.000 anni.
Il bifacciale è stato scoperto da un team internazionale di archeologi che lavorano con la Royal Commission for AlUla (RCU), diretto dal dott. Ömer “Can” Aksoy e dalla dott.ssa Gizem Kahraman Aksoy di TEOS Heritage. Il team ha esplorato un paesaggio desertico a sud di AlUla, chiamato “pianura di Qurh”, alla ricerca di prove di attività umane nell’antichità.
Il team ha già avuto successo nella scoperta di manufatti archeologici che dimostrano come questa terra ostile abbia supportato una comunità vivace sin dal primo periodo islamico, e ora la scoperta di questo oggetto unico e raro promette di scrivere un nuovo capitolo della storia umana in Arabia e non solo.
Realizzato in basalto a grana fine, il manufatto in pietra è lungo 51,3 cm ed è stato lavorato su entrambi i lati per produrre uno strumento robusto con bordi taglienti utilizzabili. In questa fase è possibile solo indovinare la sua funzione, ma, nonostante le sue dimensioni, lo strumento può essere utilizzato comodamente con due mani.
Il rilevamento è ancora in corso, e questa scoperta è solo una di oltre una dozzina di bifacciali paleolitici simili, sebbene leggermente più piccoli, che sono stati rinvenuti. Si auspica che ulteriori ricerche scientifiche rivelino maggiori dettagli sulle origini e sulle funzioni di questi oggetti e sulle persone che li hanno realizzati centinaia di migliaia di anni fa.
Il dott. Ömer Aksoy, direttore del progetto, ha dichiarato: “Questo bifacciale è uno dei risultati più importanti del nostro rilevamento in corso sulla pianura di Qurh. Questo straordinario utensile in pietra ha una lunghezza di oltre mezzo metro (lunghezza: 51,3 cm, larghezza: 9,5 cm, spessore: 5,7 cm) ed è il più grande esempio di una serie di utensili in pietra scoperti sul sito. Una continua ricerca di confronti da tutto il mondo non ha trovato bifacciali di pari dimensioni. Per quanto ne sappiamo potrebbe essere uno dei più grandi mai scoperti”.
Oltre a questa indagine nella pianura di Qurh, la RCU supervisiona attualmente altri 11 progetti archeologici di specialisti che conducono lavori sul campo ad AlUla e nei pressi di Khaybar. Questo ambizioso programma di ricerca viene condotto allo scopo di svelare ulteriormente i misteri dell’antichità in questa regione. La straordinaria scoperta evidenzia quanto ancora resta da sapere sulla storia umana in Arabia Saudita.
L’archeologia è un elemento vitale nella rigenerazione completa della regione di AlUla ad opera della RCU come importante destinazione a livello globale per il patrimonio culturale e naturalistico.
Le 12 missioni archeologiche in corso durante la stagione autunnale 2023, da ottobre a dicembre, costituiscono una delle più grandi concentrazioni al mondo di ricerca e conservazione archeologica. Il lavoro proseguirà con ulteriori missioni previste nell’inverno e nella primavera 2024.
La stagione autunnale 2023 vanta un notevole raduno internazionale di oltre 200 archeologi e specialisti del patrimonio culturale, rappresentando esperti provenienti da paesi come Australia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Arabia Saudita, Svizzera, Siria, Tunisia, Turchia e Regno Unito. Molti dei progetti rappresentano il proseguimento di ricerche in corso, che hanno coinvolto la formazione e il tutoraggio di oltre 100 studenti di archeologia provenienti dall’Arabia Saudita.
A settembre, l’inaugurale AlUla World Archaeology Summit ha delineato la posizione di AlUla come centro di attività archeologica. Il summit ha attirato oltre 300 delegati provenienti da 39 Paesi e ha generato discussioni interdisciplinari con l’obiettivo di collegare l’archeologia a comunità più ampie.
Informazioni sulla Royal Commission for AlUla
La Royal Commission for AlUla (RCU) è stata istituita con decreto reale nel luglio 2017 per preservare e sviluppare AlUla, una regione di eccezionale importanza naturale e culturale nel nord-ovest dell’Arabia Saudita. Il piano a lungo termine della RCU delinea un approccio responsabile, sostenibile e sensibile allo sviluppo urbano ed economico, che preserva il patrimonio storico e naturalistico dell’area, proponendo AlUla come luogo ideale da visitare ma anche dove vivere e lavorare. Ciò comprende un’ampia gamma di iniziative in ambito archeologico, turistico, culturale, educativo e artistico, che riflettono l’impegno a soddisfare le priorità di diversificazione economica, responsabilizzazione delle comunità locali e conservazione del patrimonio del programma Vision 2030 del Regno dell’Arabia Saudita.
Informazioni su TEOS Heritage
Con sede a Izmir, in Turchia, Teos è una società di consulenza indipendente specializzata in Asia occidentale. TEOS fornisce consulenza e guida archeologica e architettonica, oltre a una vasta gamma di attività di valutazione del patrimonio e indagini in loco. Le sue competenze specifiche riguardano il lavoro archeologico sul campo, la registrazione dei siti patrimonio, nonché la preparazione di relazioni, pubblicazioni e strategie per la loro gestione.
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