VIENNA, 27 novembre 2020 /PRNewswire/ — Mario Stedile-Foradori, Presidente della Federazione internazionale delle associazioni nazionali degli esercenti di impianti a fune (FIANET) rivolge una richiesta urgente alla politica: “L’attuale discussione reca svantaggio a tutti e impedisce un confronto basato sui fatti e sull’oggettività.” Egli stigmatizza il fatto che gli impianti funiviari siano attualmente trattati da capro espiatorio e – più o meno volutamente – si mescolino fatti diversi generando un’inutile confusione e incertezza.
“Mi permetto di ricordare che in nessun momento della pandemia l’esercizio degli impianti nelle aree sciistiche è stato responsabile di un incremento di contagi. Chi mette in un unico calderone funivie e après-sky, non conduce un dibattito onesto, ma contribuisce con richieste populiste a un danno enorme. “Gli esercenti di impianti a fune in Europa hanno investito massicciamente, hanno affrontato con grande senso di responsabilità la situazione, predisponendo piani di intervento e sviluppando attivamente soluzioni che funzionano”, sottolinea Stedile-Foradori.
“Se ora singoli Stati cominciano a concentrare tutte le problematiche relative al COVID-19 esclusivamente sullo sci, può essere una risposta semplice per generare rapidamente titoloni sulle prime pagine dei giornali, ma è una risposta sbagliata.” Piuttosto la politica dovrebbe impegnarsi a favore di un’accelerazione sul fronte della sicurezza di programmazione e dei presupposti per consentire l’esercizio. “Il settore ha fatto diligentemente i suoi compiti a casa – ora tocca alla politica, cui spetta di risolvere i problemi e non di provocarli”, afferma il Presidente della FIANET, che in questo contesto richiama anche l’attenzione sui possibili effetti negativi indiretti per la situazione economica nelle regioni d’Europa interessate.
“Non è un segreto che in molte zone il nostro settore sia l’unica leva economica effettiva e che, soprattutto nei mesi invernali, generi valore aggiunto e posti di lavoro. A prescindere dall’enorme valore degli impianti a fune come infrastrutture per la pratica di attività sportive, ricreative e salutari, tali esercizi contribuiscono anche alla stabilità sul piano socioeconomico. Pertanto il modo in cui attualmente si mette in cattiva luce il settore crea problemi enormi anche ad altri settori che dipendono dalle funivie. Perché, se l’impianto a fune si ferma, presto saranno intere regioni a fermarsi”, asserisce Stedile-Foradori, che preme per un ritorno a un dibattito improntato alla massima oggettività e onestà.
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