BASEL, Switzerland, 26 aprile 2021 /PRNewswire/ — Il lifetime-risk del tumore della mammella, tra i più frequenti tumori femminili, è di 1 a 7. Benché curabile nel 70-80% delle pazienti, il trattamento (comprendente chirurgia, radioterapia e chemioterapia), spesso lascia sequele fisiche e psicologiche. La ricostruzione mammaria gioca un ruolo chiave nel percorso riabilitativo delle pazienti, migliorando la loro qualità della vita ed autostima.
La Società Europea di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica, organizzazione ombrello di società nazionali europee, comprendente più di 7.000 membri, ha pubblicato i risultati di un’indagine innovativa sulla ricostruzione mammaria nel continente europeo. I risultati hanno messo in risalto la necessità di stabilire regole internazionali di buona pratica basate sull’evidenze.
Lo studio, completato in due mesi da rappresentanti di 29 paesi, è stato incentrato su: strutture ed accesso alle cure, procedure immediate o ritardate, simmetria, radioterapia e protocolli utilizzati.
Secondo Rado Zic, presidente dell’ESPRAS:
<< L’obiettivo consisteva nella valutazione delle attuali tendenze e differenze regionali circa la ricostruzione mammaria, per incentivare lo sviluppo di politiche ed identificare aree con necessità di ulteriori ricerche, per realizzare, in fine, linee guida basate sull’evidenze che conducano verso un’applicazione più equa in tutta Europa>>
Principali conclusioni:
L’incidenza della ricostruzione mammaria post-mastectomia è generalmente bassa in Europa, con controversie riguardanti le tecniche ricostruttive più appropriate;
I chirurghi plastici sono coinvolti nelle fasi iniziali del processo della mastectomia nella minoranza dei Paesi. La ricostruzione mammaria è eseguita anche da altri specialisti, ad esempio Ginecologi;
Nella maggioranza dei Paesi, la mastectomia preventiva è proposta alle pazienti ad alto rischio;
Il numero di interventi di simmetrizzazione è risultato elevato, benché ad 1 paziente su 5 non è stata proposta questa opzione;
I risultati variavano ampiamente in considerazione del timing ottimale per la ricostruzione nelle pazienti sottoposte a radioterapia (immediata o ritardata). C’è una chiara mancanza di evidenze riguardanti questo argomento;
Solo il 45% dei convenuti ha segnalato l’esistenza di linee guida nazionali. Le raccomandazioni ufficiali riguardanti le tecniche risultavano disponibili solo nel 32% dei casi;
La quasi totalità dei convenuti si è espressa a favore di linee guida europee e direttive sulla buona pratica. È stato manifestato un grande interesse per studi multicentrici e per la creazione di una task force.
Rado Zic conclude:
<<Questo studio evidenzia una mancanza di coerenza nella pratica internazionale e una forte richiesta di linee guida europee. Ciò che è chiaro è la necessità di includere i chirurghi plastici sin dall’inizio del processo decisionale, dato che la nostra professione possiede la più ampia competenza oncologica e ricostruttiva per offrire un risultato unico e personalizzato alle donne che hanno sofferto di tumore al seno>>.
Paesi partecipanti : Austria, Azerbaijan, Belgio, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Montenegro, Paesi Bassi, Norvegia, Nord Macedonia, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Inghilterra.