Tutte le principali economie mondiali, incluse tutte le appartenenti al G20, non sono riuscite a rispettare gli impegni in materia di cambiamento climatico previsti dall’accordo di Parigi del 2015.
Stando a quanto riportato dalla CNN: “Secondo l’accordo di Parigi del 2015, più di 190 paesi hanno accettato di limitare l’aumento delle temperature globali ben al di sotto di 2 gradi al di sopra delle temperature pre-industriali, idealmente a 1,5 gradi”.
La CNN ha aggiunto che l’organizzazione no profit Climate Action Tracker (CAT) ha studiato le politiche climatiche di 36 nazioni, insieme a quelle dei 27 membri dell’Unione Europea – che insieme producono l’80% delle emissioni mondiali – stabilendo che nessuna si avvicinava all’impegno di contenere il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius sopra i livelli pre-industriali.
Inoltre, l’analisi del CAT sui paesi a basse emissioni ha determinato che solo uno, il Gambia nell’Africa occidentale, era “rispettava l’1,5”.
Il CAT ha dichiarato che i progressi per raggiungere il livello di 1,5 gradi sono in fase di stallo dal summit sul clima del presidente Joe Biden tenutosi ad aprile. Niklas Höhne, socio fondatore del NewClimate Institute, partner del CAT, ha osservato che da quando ha avuto luogo il vertice, “i miglioramenti sono stati minimi o nulli: nulla si sta muovendo. Tutti pensano di avere tutto il tempo del mondo, quando in realtà è il contrario”.
Cos’altro è successo
Su scala più vasta, il CAT ha osservato che più di 70 paesi, tra cui Cina e India, i due maggiori inquinatori al mondo, non sono riusciti a rispettare la scadenza del 31 luglio per aggiornare i contributi determinati a livello nazionale (gli NDC) sul raggiungimento degli obiettivi di controllo del clima. Paesi come Cina, India, Giappone e Australia acuiscono ulteriormente i problemi con la loro decisione di continuare la a produrre carbone al livello attuale.
Tuttavia, un piccolo spiraglio nell’analisi di CAT riguarda l’impegno degli Stati Uniti nell’ambito dell’accordo di Parigi. L’organizzazione, infatti, ha aggiornato il livello degli USA da quello più basso di “criticamente insufficiente”, che ha ricevuto durante l’amministrazione Trump, a quello di “quasi sufficiente” sotto la guida di Biden.
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