L’economia dell’Eurozona è cresciuta più del previsto nel terzo trimestre, anche se è probabile che la recessione innescata dalla crisi energetica nel continente abbia già mosso i primi passi, come riportato da Bloomberg.
Nell’articolo si legge infatti che gli investimenti in capitale fisso sono stati il motore dei migliori risultati della regione, ai quali hanno contribuito anche i consumi delle famiglie.
L’inflazione spagnola ha registrato una diminuzione per il quarto mese consecutivo, superando anche le stime e rafforzando le attese di un più generale rallentamento dei prezzi che hanno tranquillizzato il governo, le cui misure di stimolo all’economia hanno portato a spese di bilancio record. A novembre, l’IPC del paese è aumentato del 6,6% su base annua, in calo rispetto al 7,3% del mese precedente, osserva Bloomberg.
Il tasso di variazione annuale dell’IPC in Italia registrato a novembre 2022 è stato dell’11,8%, numero che indica anche una diminuzione rispetto al mese precedente. La variazione mensile del CPI è stata dello 0,5%, superiore a Germania (+0,4%), Francia e Spagna (+0,2%), il che implica un’inflazione accumulata nel 2022 dell’11,4%.
Il PIL italiano, dovrebbe invece continuare a crescere a ritmi sostenuti, chiudendo l’anno a +3,9%, per poi rallentare nel 2023.
Nonostante i rapporti incoraggianti, l’economia della regione è considerata particolarmente vulnerabile a causa di una crisi energetica esacerbata dalla guerra in Ucraina e dal continuo aumento dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea per combattere le pressioni sui prezzi nel blocco.
“Prevediamo che i risultati peggiorino e vediamo la regione sottoperformare nel nostro orizzonte tattico. Il rallentamento economico influenzerà in modo sproporzionato il mercato ciclico nell’Eurozona”, ha dichiarato Marc Haefliger, responsabile della strategia azionaria globale presso Credit Suisse a Zurigo.
L’indice STOXX, che contiene i 50 maggiori titoli azionari dell’Eurozona, dovrebbe scendere del 7,9% entro la metà del 2023, il CAC 40 francese e il FTSE MIB italiano dovrebbero scendere di oltre il 15% entro la fine della prima metà del 2023, mentre lo spagnolo IBEX secondo le previsioni sconterà il 17%.
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