È di stamattina la notizia secondo cui la casa automobilistica francese Renault avrebbe ricevuto l’ok da Parigi per riprendere la produzione di Lada a Mosca. Il gruppo Renault (EPA:RNO), che vede lo Stato francese quale azionista di riferimento con il 15% delle quote, detiene a sua volta il 69% di AvtoVaz, l’azienda automobilistica russa che produce le auto Lada.
A partire da gennaio dell’anno scorso, AvtoVAZ fa parte della stessa business unit che produce Dacia.
Dallo scoppio del conflitto, i Paesi occidentali hanno implementato pacchetti sempre più stringenti di sanzioni alla Russia, chiedendo anche alle loro aziende di abbandonare il paese. Eppure la Francia sembra fare eccezione adottando un approccio “alla cinese”, ossia mettendo sempre al primo posto gli interessi economici dei grandi gruppi industriali nazionali.
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Chi sono gli altri?
Renault non è l’unica azienda francese ancora operante sul territorio. Come ha evidenziato stamattina in un tweet Matteo Villa, infatti, mentre tre quarti delle aziende estere si sono ritirate temporaneamente dalla Russia, c’è ancora chi non vuole perdere le occasioni di guadagno.
Come raccontato a inizio mese da Milano Finanza, il gruppo petrolifero francese Total (EPA:TTE), pur avendo dichiarato che non avvierà nuovi progetti in Russia, ha tuttavia annunciato la sua intenzione di proseguire l’attività in loco; questo anche dopo la decisione di Shell, Bp ed Equinor di abbandonare le joint venture in Russia in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina.
Leroy Merlin, leader nel settore casa che conta un centinaio di negozi in Russia, sta addirittura considerando di espandersi per cogliere le opportunità generate dalla ritirata ad opera degli altri retailer occidentali. Il Telegraph riporta a tal proposito una lettera dell’azienda rivolta ai fornitori che reciterebbe: “Data la scomparsa di alcune aziende, siamo aperti alle vostre proposte per aumentare le forniture e l’assortimento dei prodotti”.
Ma anche il produttore di abbigliamento e attrezzature sportive Decathlon conta 60 negozi nel paese, negozi che stanno continuando a fare “business as usual”, come afferma il Telegraph in un altro articolo dedicato alla politica economica francese nella terra dell’orso.
La catena di supermercati francesi Auchan impiega 30.000 persone all’interno di 231 negozi, con un turnover di 3,1 miliardi di euro annui, un decimo dei profitti della società a livello globale.
Cinque giorni fa reuters riportava le dichiarazioni del portavoce della società, il quale si diceva estremamente sorpreso dalle critiche ricevute da parte del presidente ucraino Zelensky. L’azienda infatti continua ad operare in Ucraina attraverso i suoi 40 supermercati, dando lavoro a oltre 6.000 persone. Tuttavia il portavoce nulla ha detto a giustificazione della perdurante presenza in Russia.
Cos’hanno in comune Auchan, Decathlon e Leroy Merlin?
Le tre società sono tutte di proprietà della famiglia Mulliez, che si stima sia una delle 25 famiglie più ricche del mondo.
I Mulliez sono proprietari di decine di marchi fra i quali Auchan, Decathlon, Leroy Merlin, Bricocenter, Kiabi e Pimkie e, per il gruppo, il mercato russo non è di certo residuale in termini di partecipazioni e interessi economici.
Contattate da 20minutes, nessuna delle tre società ha voluto rilasciare dichiarazioni in merito.
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