Martedì mattina il petrolio era in rialzo negli scambi asiatici. Il prezzo era sostenuto dalla previsione che la riduzione della fornitura di gas naturale da parte della Russia all’Europa spingerà il Vecchio Continente a passare al greggio; i timori per la domanda legati ai possibili aumenti dei tassi di interesse negli Stati Uniti ne hanno comunque moderato il rialzo.
Cosa è successo
La multinazionale energetica russa Gazprom PJSC (OTC:OGZPY) ha indicato che le forniture tramite il gasdotto Nord Stream 1 alla Germania verranno ridotte al 20% della capacità, ha riferito Reuters.
È probabile che le nazioni europee non saranno in grado di raggiungere i loro obiettivi di rifornimento dello stoccaggio di gas naturale prima che la domanda aumenti durante l’inverno.
La Germania, la maggiore economia europea, probabilmente dovrà razionare il gas alle sue industrie per garantire un approvvigionamento adeguato ai suoi cittadini.
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Movimento dei prezzi
Al momento della pubblicazione, i futures sul WTI erano in rialzo del 1,84% a 98,48 dollari al barile; i futures sul Brent segnavano +1,86% a 102,05 dollari al barile.
Lo spread tra i prezzi del WTI e del Brent si è allargato un livello osservato l’ultima volta nel 2019, poiché sul primo pesano le preoccupazioni sulla domanda, mentre il benchmark globale Brent è sostenuto dai timori sull’offerta.
Il punto di vista dell’esperto
Hiroyuki Kikukawa, direttore generale della ricerca presso Nissan Securities, ha affermato che l’aumento dei prezzi del gas, innescato dalla stretta della Russia su questa materia prima, potrebbe portare a un ulteriore passaggio dal gas al greggio e sostenere i prezzi del petrolio, secondo un report di Reuters.
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