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    Homepage » Sospeso il titolo China Evergrande, c’è da preoccuparsi?

    Sospeso il titolo China Evergrande, c’è da preoccuparsi?

    Giada PalmaBy Giada Palma21/03/2022 Altri Mercati 4 min. di lettura
    Sospeso il titolo China Evergrande, c’è da preoccuparsi?
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    Lunedì mattina il titolo China Evergrande Group (OTC:EGRNF) e due sue controllate sono state sospese dalle contrattazioni sulla Borsa di Hong Kong a ridosso di un annuncio contente “informazioni interne”. Questa settimana si attende una chiamata agli investitori riguardante i programmi di ristrutturazione del debito dello sviluppatore cinese, riporta REDD citando due fonti informate sull’argomento.

    Cos’è successo

    Come scrivevamo alla fine dell’anno scorso, China Evergrande, la seconda maggior società di sviluppo immobiliare della Cina, sfiora il default da diversi mesi. L’azienda non riesce infatti a ripagare il suo debito da oltre 300 miliardi di dollari USA ed è attualmente in fase di ristrutturazione; questa include la rinegoziazione delle sue passività e la cessione dei rami non edilizi a prezzi stracciati.

    China Evergrande ha sei mesi per presentare il piano di ristrutturazione, ma le pressioni esterne portano ad eccelerare i tempi. Così il presidente della società, Hui Ka Yan, ha già anticipato un cambio di focus nei prossimi 10 anni dal settore immobiliare a quello dei veicoli elettrici.

    Nel frattempo, la Banca centrale cinese ha più volte affermato che in linea di principio la gestione dell crisi avverrà secondo i “principi della mercatizzazione e dello stato di diritto”, quindi senza massicce ingerenze da parte di Pechino.

    Dobbiamo aspettarci il default di Evergrande? E cosa significherebbe?

    Abbiamo chiesto a due analisti cosa ne pensino di un eventuale default in termini di ricadute sul mercato immobiliare.

    Secondo Marco Cavicchioli “molto probabilmente i mercati finanziari hanno già scontato il default, da molti ritenuto probabile, quindi l’impatto sui mercati potrebbe non essere particolarmente rilevante. Inoltre il governo cinese ha già fatto sapere chiaramente che interverrà qualora si dovesse innescare una reazione a catena sul mercato immobiliare, quindi anche il rischio di una sua implosione a me pare non particolarmente significativo. Un tale default difficilmente non avrebbe alcun impatto, ma è talmente atteso che potrebbe non averlo molto significativo“.

    Marco Casario di The 10Min Trader non si sbilancia sull’eventualità di un default. “Il caso di Evergrande non è una novità e non è un fenomeno che si è formato negli ultimi mesi. E’ invece la conseguenza di scelte politiche, economiche ed imprenditoriali  fatte negli ultimi 10 anni. Ovviamente come spesso accade è solo quando la stampa ne dà ampia visibilità che il problema viene alla luce.”

    Sul mercato immobiliare cinese poi aggiunge: “Quello che posso dire è che in Cina il settore immobiliare privato non se la sta passando bene: le vendite di nuove case sono scese di circa il 40% e le autorità potrebbero segnalare un calo del 20%-30% per le vendite di nuove case su base annua per inizio 2022. Inoltre il caso Evergrande ha compromesso la possibilità dei costruttori di finanziarsi attraverso le obbligazioni il cui costo dell’emissione è alto e la domanda per esse è bassa. Quindi per ora preferisco rimanere a guardare da debita distanza questo settore in attesa di nuovi sviluppi. I mercati ci offrono tante altre opportunità!”

    In sintesi

    La sospensione del titolo dalle contrattazioni indica che ci sono avanzamenti nel piano di ristrutturazione del colosso dello sviluppo immobiliare. La scelta di sospenderlo inoltre è in linea con la politica governativa nel settore; Pechino infatti ha deciso di sospendere l’implementazione di una tassa sulla proprietà immobiliare, temendo che questa possa affossare un settore già in crisi.

    Anche se la sospensione dalle contrattazioni sulla Borsa di Hong Kong non è un segnale incoraggiante, sembra quindi ancora prematuro preoccuparsi per il default dello sviluppatore immobiliare cinese.

    Il titolo ha perso l’89% del suo valore nel 2021 mentre ha guadagnato il 3,8% da inizio anno.

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