L’indicatore di Buffett, una misura di valutazione del mercato, segnala un potenziale pericolo in quanto supera i livelli registrati durante la bolla Dot-Com e la Grande Crisi Finanziaria.
Cosa è successo
Questo indicatore, attribuito a Warren Buffett, CEO di Berkshire Hathaway Inc (NYSE:BRK) (NYSE:BRK), confronta la capitalizzazione di mercato delle azioni con il Prodotto Interno Lordo (PIL) per determinare se le azioni sono sopravvalutate o sottovalutate.
Per calcolare questo rapporto vengono utilizzati l’indice di mercato totale, monitorato dal Wilshire 5000, e il PIL degli Stati Uniti. Il Wilshire 5000, un indice ponderato per la capitalizzazione di mercato, tiene traccia di tutte le società statunitensi quotate in borsa, che comprendono più di 3.000 aziende. Più alto è il rapporto, più il mercato è considerato sopravvalutato.
I dati di Longtermtrends rivelano che l’attuale rapporto Wilshire 5000/PIL è pari a circa il 208%, superando i livelli registrati prima della bolla Dot-Com e della Grande Crisi Finanziaria.
A titolo di esempio, durante l’apice della frenesia delle azioni Internet nel 2000, l’indicatore di Buffett ha raggiunto il 140%. Nel 2007, poco prima che la crisi dei mutui subprime sconvolgesse i mercati globali, il rapporto era di circa il 110%.
In un articolo di Fortune del 2001, Buffett ha definito questo livello come “giocare con il fuoco”, alludendo alla bolla delle dotcom.
“Quasi due anni fa il rapporto è salito a un livello senza precedenti”, ha scritto Buffett.
“Questo avrebbe dovuto essere un segnale d’allarme molto forte”.
Perché è importante
Negli ultimi tempi, Berkshire ha scaricato azioni e rafforzato le sue riserve di liquidità. Questo potrebbe essere un segno della diffidenza di Buffett nei confronti di un mercato troppo caro, oppure potrebbe creare le premesse per potenziali acquisizioni. Buffett ha già dichiarato in passato che Berkshire sarebbe ricettiva a tali opportunità.
Nonostante questo avvertimento, alcuni analisti rimangono ottimisti sul futuro del mercato azionario. Gli analisti di Bank of America hanno previsto una prospettiva positiva per le azioni nel 2025: l’indice S&P 500 dovrebbe raggiungere quota 6.666 entro la fine del 2025, segnando un aumento del 10% rispetto ai livelli attuali. Questa previsione si basa sulla fiducia nell’aumento della produttività, sulla tenuta degli utili aziendali e sulla rotazione strategica dei settori.
Anche Cathie Wood di Ark Invest ha espresso le sue previsioni positive per il mercato azionario sotto l’amministrazione del presidente eletto Donald Trump. Ritiene che il mercato stia già iniziando ad anticipare un cambiamento, indicando una potenziale crescita futura.
Secondo i dati di Benzinga Pro, l’indice S&P 500, monitorato dall’SPDR S&P 500 ETF Trust (NYSE:SPY), ha guadagnato il 28,33% quest’anno. Nello stesso periodo, l’indice tecnologico Nasdaq-100, monitorato dall’Invesco QQQ Trust Series 1 (NASDAQ:QQQ), ha guadagnato il 29,91%.
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