L’investitore miliardario Steve Cohen, presidente e CEO di Point72 Asset Management, è diventato ribassista sui mercati statunitensi per la prima volta a memoria d’uomo, citando le preoccupazioni per le politiche commerciali, le restrizioni all’immigrazione e i tagli alla spesa federale che potrebbero innescare una significativa correzione del mercato.
Cosa è successo
Parlando al FII Priority Summit di Miami Beach venerdì scorso, Cohen ha avvertito che le politiche tariffarie aggressive del presidente Donald Trump potrebbero alimentare pressioni inflazionistiche e frenare la spesa dei consumatori.
“Le tariffe non possono essere positive, ok? Voglio dire, è una tassa”, ha sottolineato Cohen, aggiungendo che la riduzione dell’immigrazione potrebbe limitare la crescita della forza lavoro rispetto agli ultimi cinque anni.
I suoi commenti arrivano mentre i mercati mostrano crescenti segnali di vulnerabilità. L’S&P 500, monitorato dall’SPDR S&P 500 ETF Trust (NYSE:SPY) e l’Invesco QQQ Trust (NASDAQ:QQQ) hanno registrato le perdite più consistenti in un solo giorno da dicembre, scendendo rispettivamente dell’1,7% e del 2,1% venerdì.
Scott Rubner, stratega di Goldman Sachs, ha individuato ulteriori fattori di rischio, tra cui 2,7 trilioni di dollari in derivati del mercato azionario statunitense in scadenza.
Perché è importante
Cohen ha criticato in particolare le iniziative di riduzione dei costi del Dipartimento per l’Efficienza Governativa, guidato da Elon Musk, che mira a ridurre la spesa federale di 2.000 miliardi di dollari. “Quando questo denaro ha attraversato l’economia per molti anni e ora, potenzialmente, sarà ridotto o fermato in molti modi, deve essere negativo per l’economia”, ha detto Cohen.
Il veterano degli hedge fund prevede che la crescita economica degli Stati Uniti rallenterà all’1,5% dal 2,5% nella seconda metà dell’anno. Pur prevedendo una “correzione significativa”, Cohen sostiene che “non sarebbe un disastro”.
Le sue previsioni sono in linea con le più ampie preoccupazioni di Wall Street. Gli strateghi di Bank of America hanno recentemente messo in guardia da un potenziale crollo del 40% dell’S&P 500, facendo un parallelo con la bolla delle dot-com e citando la pericolosa concentrazione del mercato nei titoli di punta.
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