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    Homepage » Jim Cramer: l’era dell’IA rischia di replicare la bolla delle dotcom “sotto steroidi”

    Jim Cramer: l’era dell’IA rischia di replicare la bolla delle dotcom “sotto steroidi”

    Rishabh MishraBy Rishabh Mishra24/09/2025 Azioni 4 min. di lettura
    Jim Cramer: l’era dell’IA rischia di replicare la bolla delle dotcom “sotto steroidi”
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    Jim Cramer, conduttore del programma “Mad Money” della CNBC, ha evidenziato le forze contrastanti che guidano il settore dell’intelligenza artificiale (IA), sottolineando sia la cautela che l’urgenza nella spesa aziendale. Ciò emerge da un report di GQG Partners, secondo cui gli investimenti nell’IA stanno mostrando una dinamica simile a quella dell’era dotcom “sotto steroidi”.

    Cramer afferma che l’avversione alla spesa per l’IA non fermerà l’impennata della domanda

    Il post di Cramer su X coglie l’essenza della corsa agli armamenti dell’IA che, secondo GQG, sta gonfiando una bolla pericolosa.

    Egli sottolinea che la simultanea “repulsione” verso la massiccia spesa per l’IA e la “disperata necessità di spendere per stare al passo con la domanda” si riflettono nell’impennata delle spese in conto capitale (CapEx) delle aziende IA.

    The revulsion toward the spending on AI is only rivaled by the desperate need to spend to stay up with demand

    — Jim Cramer (@jimcramer) September 24, 2025

    Le condizioni attuali sono più fragili della bolla delle dotcom?

    Questa osservazione sul conflitto di mercato arriva mentre la società di investimento globale GQG ha osservato che il settore tecnologico mostra una “sopravvalutazione dell’era dotcom” e avverte che le conseguenze dell’attuale boom potrebbero essere peggiori del crollo delle dotcom alla fine degli anni ’90.

    Secondo il report di GQG, il CapEx delle grandi aziende tecnologiche in percentuale dell’EBITDA è ora compreso tra il 50% e il 70%, livelli paragonabili a quelli di AT&T Inc. (T) al culmine della bolla delle telecomunicazioni del 2000 e di Exxon al picco della bolla energetica del 2014.

    La società avverte che, storicamente, le aziende con un’intensità di capitale così elevata tendono ad essere “investimenti strutturalmente poco redditizi”.

    GQG colma il divario di “repulsione” segnalato da Cramer

    La “repulsione” segnalata da Cramer è confermata dall’analisi di GQG sul “deterioramento dei fondamentali” nel panorama tecnologico, che include il rallentamento della crescita dei ricavi, il crollo del flusso di cassa libero e l’intensificarsi della concorrenza.

    Mentre molti investitori sostengono che i giganti tecnologici di oggi siano aziende di qualità superiore rispetto a quelle dell’era dot-com, GQG confuta questa tesi, affermando che, su base corretta per la crescita, le aziende tecnologiche odierne sono più costose.

    A sostegno di questa tesi, il report sottolinea che il 35% del peso dell’S&P 500 è ora determinato da aziende che vengono scambiate a oltre 10 volte il fatturato, superando il livello del 25% registrato al picco delle dot-com.

    Opportunità migliori al di fuori delle grandi aziende tecnologiche che investono nell’IA?

    In definitiva, GQG Partners ritiene che il mercato attuale si trovi in un “punto di svolta significativo”, in cui i ricavi legati all’intelligenza artificiale sono ancora modesti rispetto agli ingenti capitali investiti.

    La società conclude che vede “migliori opportunità di investimento al di fuori del settore tecnologico”, invitando alla cautela coloro che scommettono fortemente sul boom dell’IA.

    Prezzo delle azioni

    Di seguito è riportato un elenco di alcune grandi aziende tecnologiche e fondi negoziati in borsa legati all’IA che gli investitori possono prendere in considerazione.

    Azioni Performance da inizio anno Performance annuale
    Nvidia Corporation (NVDA) 29,01% 47,62%
    Apple Inc. (AAPL) 4,34% 11,90%
    Microsoft Corp. (MSFT) 21,66% 18,65%
    Amazon.com Inc. (AMZN) 0,22% 13,79%
    Alphabet Inc. (GOOGL) 32,85% 55,07%
    Meta Platforms Inc. (META) 26,06% 34,10%
    Tesla Inc. (TSLA) 12,28% 67,48%
    Nome ETF Performance da inizio anno Performance annuale
    iShares US Technology ETF (IYW) 22,23% 29,73%
    Fidelity MSCI Information Technology Index ETF (FTEC) 19,83% 28,32%
    First Trust Dow Jones Internet Index Fund (FDN) 16,26% 33,33%
    iShares Expanded Tech Sector ETF (IGM) 23,77% 32,99%
    iShares Global Tech ETF (IXN) 21,22% 24,93%
    Defiance Quantum ETF (QTUM) 28,99% 71,40%
    Roundhill Magnificent Seven ETF (MAGS) 19,22% 36,71%

    L’SPDR S&P 500 ETF Trust (SPY) e l’Invesco QQQ Trust ETF (QQQ), che replicano rispettivamente l’indice S&P 500 e l’indice Nasdaq 100, sono in rialzo. Lo SPY è in aumento dello 0,19%, a 664,49 dollari, mentre il QQQ è in rialzo dello 0,29%, a 599,92 dollari, secondo i dati di Benzinga Pro.

    Potrebbe interessarti: Tre produttori di chip che potrebbero far impallidire Nvidia e Arm


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    Foto: Shutterstock

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