I Pivot Points funzionano nel trading sistematico? In questo articolo si cercherà rispondere a questa domanda, definendo delle regole precise e creando un trading system da analizzare sul future più noto e scambiato al mondo, il mini S&P500.
I “Pivot Points”, che potremmo tradurre come “punti cardine”, vengono utilizzati da molti trader in tutto il mondo fin da quando i mercati erano ancora “alle grida”. Fu proprio un “floor trader” di nome Neil Weintraub ad inventarli ed utilizzarli per la prima volta. Definiti sulla base di più formule matematiche, i Pivot Points individuano dei livelli di prezzo significativi, la cui rottura dovrebbe portare ad ulteriori movimenti dei prezzi. Nello specifico, sono calcolati sulla base dei prezzi battuti il giorno precedente, secondo le seguenti formule:
- PivotPoint = ((highd1+lowd1+closed1)/3) (linea rossa)
- Supporto 1 (S1) = 2*PivotPoint-highd1 (linea blu)
- Resistenza 1 (R1) = 2*PivotPoint-lowd1 (linea azzurra)
- Supporto 2 (S2) = PivotPoint – (highd1-lowd1) (linea gialla)
- Resistenza 2 (R2) = PivotPoint + (highd1-lowd1) (linea fucsia)
Per individuare meglio questi livelli e il loro comportamento nel tempo, in Figura 1 vengono mostrati graficamente i livelli di prezzo identificati dalle formule e dai colori descritti in precedenza. Le diciture “highd1” e “lowd1” rappresentano rispettivamente il massimo e il minimo della giornata precedente. Il Pivot Point centrale, al quale si riferiscono tutti gli altri, non è altro che la media semplice tra i prezzi di massimo, minimo e chiusura della precedente giornata.
Da notare che i livelli vengono calcolati una sola volta al giorno, questo perché i dati che si danno in pasto all’indicatore si riferiscono tutti a livelli della giornata precedente, quindi alla sessione già conclusa. Pertanto resteranno uguali per tutto lo scorrere della sessione successiva.
I Pivot Points nell’immaginario collettivo rappresentano livelli di inversione, ma ciò non toglie che questo indicatore possa essere utilizzato con successo anche con logiche più tradizionali, come il “trend-following”, anche su un indice come S&P500 che ha notoriamente un comportamento più “mean-reverting”.
Procediamo quindi con l’applicazione di uno dei classici utilizzi dei Pivot Points: il trend following sul livello R1 (per il long) es S1 (per lo short). Più in dettaglio, si andrà a comprare con ordini “stop” sul livello di resistenza R1, e analogamente a vendere sul livello di supporto S1. In figura 2 è possibile vedere un esempio del pattern in questione.
La strategia è stata costruita per lavorare sul future mini S&P500, utilizzando barre di ampiezza a 15 minuti. L’apertura di una posizione long avverrà, come detto, al superamento della soglia di resistenza (R1), mentre quella short avverrà alla rottura del supporto (S1), dopodiché le posizioni verranno chiuse al termine della sessione. Si tratta quindi di una strategia “intraday” che aprirà e chiuderà le sue posizioni nell’arco della stessa sessione.
Una sessione di negoziazione del future mini S&P500 va dalle 17:00 alle 16:00 (orario dell’exchange al CME di Chicago), ma supponiamo di calcolare i livelli di ingresso, ovvero i pivot points, sulla base dell’orario della sessione cash (quella di contrattazione delle azioni che compongono l’indice) ovvero dalle 8:30 alle 15:00. La nostra strategia potrà poi operare dalle 9:00, ovvero 30 minuti dopo l’inizio della sessione, giusto per evitare eventuali movimenti anomali dei primi minuti di contrattazione.
Nella strategia è stata inserita anche una condizione di uscita in stop loss a 1.000$, ed una in take profit a 3.500$, come valori di primo tentativo.
In figura 3 è visibile l’equity line generata dal sistema appena descritto, con dati a partire da inizio 2008 fino a tutto il 2022. L’andamento è abbastanza positivo, anche se solo negli ultimi anni sembra aver avuto uno slancio degno di nota.
Osservando le metriche del sistema, si vede come la strategia riesca ad avere un profitto netto di quasi 92k$ a fronte di un massimo drawdown di circa -13.000$, dovuto in buona parte alle operazioni short che sembrano essere meno efficaci di quelle long, come d’altronde è facile aspettarsi per un indice azionario come questo, che negli anni ha avuto una forte tendenza rialzista.
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Nota dolente è l’average trade, in altre parole il guadagno medio di ogni operazione, che si attesta sotto i 47$, valore piuttosto basso per poter coprire i costi operativi. Vediamo quindi se ottimizzando alcuni parametri, si riesca ad ottenere un miglioramento delle metriche.
Come prima cosa, visto che gli ingressi short sono quelli meno efficaci, potremmo cercare di filtrarli valutando la presenza o meno di specifici pattern di prezzo. Per fare questo utilizzeremo una lista proprietaria di pattern che racchiude diverse casistiche, e valuteremo la migliore tramite un’ottimizzazione. Inserito questo filtro al nostro sistema, l’ottimizzazione sulla lista predefinita ci indica che se il pattern 21 non è presente si ottiene un miglioramento sia in termini di average trade (che passa a 63$) che di profitto totale (che arriva a 132k$). Questo pattern dice semplicemente che il massimo di ieri deve essere maggiore di quello di 5 giorni fa: quando questo si verifica quindi, il sistema non potrà operare short.
Visto poi che il numero di operazioni è comunque ancora abbastanza alto, proviamo ad applicare anche al lato long lo stesso tipo di filtro, ottimizzando la lista di pattern. In questo caso, si trova che non operando long in presenza del pattern 13 (il max di oggi è inferiore allo 0.75% del minimo di oggi) si ottiene un ulteriore miglioramento delle metriche, con average trade sui 93$ e net profit oltre 144.000$.
L’equity line è decisamente migliorata, e soprattutto se la si confronta con l’andamento del S&P500, si nota come questa strategia ci avrebbe permesso di evitare ingenti drawdown nei momenti di forte calo dei mercati.
In conclusione, il trend following tramite pivot points sembra dimostrarsi un approccio efficace anche sul S&P500, che tipicamente ha un comportamento mean reverting. Infatti il trigger calcolato sui punto pivot di resistenza R1 e supporto S1, ha saputo fornire degli ottimi spunti di partenza che potranno sicuramente essere sviluppati in ottica del trading live.
L’invito è sempre quello di essere curiosi nel cercare nuove strade per investire e fare trading sui mercati finanziari. Non sempre si sarà in grado di arrivare a buoni risultati, ma sicuramente si arricchirà il bagaglio tecnico del trader che ci si cimenterà.
Alla prossima e buon trading!
Andrea Unger
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