La Francia impone la ‘digital tax’ ad Amazon e Facebook

Secondo quanto riferisce il Financial Times, le autorità di Parigi hanno deciso di attivare quella che Washington ritiene una pratica commerciale sleale

La Francia impone la ‘digital tax’ ad Amazon e Facebook
3' di lettura

Facebook, Inc (NASDAQ:FB) e Amazon.com, Inc (NASDAQ:AMZN) hanno ricevuto una richiesta da diversi milioni di euro da parte autorità fiscali francesi, come riporta il Financial Times.

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Cosa è successo: la Francia cercherà di far pagare la “tassa digitale” per l’anno 2020 ai gruppi tecnologici statunitensi.

Per molto tempo la tassa digitale ha rappresentato un punto di rottura tra Washington e l’Europa. Gli Stati Uniti considerano infatti l’imposta come una pratica commerciale sleale visto che interessa prevalentemente le società statunitensi; in risposta, si prevede che l’ufficio del Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti d’America applichi una tariffa ritorsiva del 25% su 1,3 miliardi di dollari su borse e cosmetici francesi, secondo quanto riportato dal FT.

Un funzionario francese ha dichiarato al FT che le società tecnologiche sono quelle che hanno beneficiato di più dalla pandemia e che il Paese non può più aspettare per l’imposizione di tasse; il funzionario ha aggiunto che il fatturato delle grandi aziende tech continua a crescere e che anche prima della pandemia queste non hanno pagato la giusta quantità di tasse.

A gennaio Washington e Parigi avevano deciso di concedersi più tempo per le trattative, nell’ambito di un quadro multilaterale in materia fiscale supervisionato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) con sede a Parigi, e così la Francia aveva accettato di interrompere temporaneamente la riscossione della tassa digitale. Tuttavia, a giugno gli Stati Uniti hanno sospeso i colloqui con l’OCSE.

Perché è importante: diversi governi hanno già introdotto una tassa digitale o prevedono di introdurla presto; il ragionamento alla base di tale decisione è che le società tech pagano tasse basse rispetto ai profitti che realizzano in molti Paesi, poiché registrano i ricavi in giurisdizioni a bassa tassazione, come ad esempio l’Irlanda.

Cathy Schultz, vicepresidente per la politica fiscale presso il Consiglio nazionale per il commercio estero a Washington, ha affermato che se non verrà raggiunto alcun accordo dal processo con l’OCSE, la situazione peggiorerà velocemente e sfocerà in una guerra commerciale.

Se i colloqui con l’OCSE non dovessero andare in porto, la Francia si aspetta una proposta dell’Unione Europea per l’introduzione di una tassa digitale entro l’inizio del 2021, anche se preferisce raggiungere una soluzione a livello internazionale attraverso l’organizzazione.

A maggio, il ministro delle finanze francese, Bruno Le Maire, ha affermato che la pandemia ha reso l’imposizione della tassa digitale più rilevante che mai, secondo Reuters.

A luglio, il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato di essere a favore di una tassa digitale sulle grandi multinazionali tecnologiche.

Le nuove regole sulla tassazione digitale potrebbero avere un impatto, in termini di responsabilità fiscale, su altre grandi aziende tecnologiche come Apple Inc. (NASDAQ:AAPL), Twitter Inc (NYSE:TWTR) e Alphabet Inc (NASDAQ:GOOG) (NASDAQ:GOOGL).

Movimento dei prezzi: martedì le azioni FB hanno chiuso in rialzo del 3,16%, a 276,92 dollari e AMZN ha chiuso con un +0,63%, a 3.118,06 dollari.