Musk perde $15 miliardi in un giorno, colpa di un suo tweet?

Un tweet del CEO di Tesla che faceva riferimento a una valutazione 'alta' per Bitcoin potrebbe essere la causa

Musk perde $15 miliardi in un giorno, colpa di un tweet?
2' di lettura

L’amministratore delegato di Tesla Inc (NASDAQ:TSLA) Elon Musk non è più la persona più ricca del mondo, secondo il Bloomberg Billionaires Index.

Ricevi una notifica con le ultime notizie, i nostri articoli e altro ancora!

Cosa è successo: Musk è stato infatti sostituito dal CEO di Amazon.com, Inc (NASDAQ:AMZN), Jeff Bezos, in qualità di persona più ricca della lista dopo che lunedì le azioni Tesla hanno perso l’8,6%, andando a intaccare 15,2 miliardi di dollari della ricchezza netta dell’imprenditore, secondo Bloomberg.

Un tweet pubblicato nel fine settimana da Musk, che ha parlato di una valutazione “alta” per Bitcoin (BTC) ed Ethereum (ETH), avrebbe ulteriormente contribuito al calo della ricchezza dell’imprenditore.

Musk è dunque sceso al secondo posto del Bloomberg Billionaires Index con un patrimonio netto di 183,4 miliardi di dollari, mentre Bezos vanta un patrimonio netto di 186,3 miliardi.

Perché è importante: questo mese Tesla ha investito 1,5 miliardi di dollari in Bitcoin e ha fatto sapere che prevede di accettare presto la criptovaluta come mezzo di pagamento.

L’investimento di Tesla in BTC da 1,5 miliardi di dollari ora ne vale quasi 2,5 miliardi, con un guadagno di quasi il 70% – al prezzo BTC di 52.040,21 dollari.

Il market strategist Peter Schiff, noto “gold bug” e critico di Bitcoin, ha commentato il calo del prezzo delle azioni Tesla dopo l’acquisto di BTC effettuato dal gruppo di Palo Alto.

Da gennaio di quest’anno Musk e Bezos si sono scambiati di posto come persone più ricche del mondo.

Movimento dei prezzi: lunedì le azioni Tesla hanno chiuso in calo di quasi l’8,5% a 714,50 dollari e nell’after-market hanno ceduto quasi lo 0,5%; lo stesso giorno le azioni Amazon hanno chiuso con un -2,13% a 3.180,74 dollari.

Foto per gentile concessione: Forbes tramite Wikimedia