Il debito per infrastrutture protegge dai tassi zero: ecco per quale ragione

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Schroders sottolinea i migliori rendimenti che offre e segnala dove l’investitore può trovare le migliori opportunità in Europa e soprattutto in Gran Bretagna, per effetto delle privatizzazioni degli anni 80-90

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I tassi zero hanno spinto ai massimi i mercati azionari e ai minimi i rendimenti del debito, con quasi un quinto delle obbligazioni high yield globali che rendono oggi meno del 2%. Ma restano canali di investimento prima accessibili a pochi, in aree più specializzate, che offrono ritorni ancora interessanti. Il debito infrastrutturale è uno di questi: è un’asset class relativamente recente, nata nel post-crisi dei debiti sovrani europei, prima di allora appannaggio delle banche, prima che l’inasprimento della regolamentazione ne limitasse la possibilità, portando a un ampiamento del mercato dei deal privati di debito destinato alle infrastrutture.

MENO RISCHI RISPETTO AD ALTRE OBBLIGAZIONI

Jérôme Neyroud, Head of Infrastructure Debt di Schroders, spiega in un commento perché il contesto di tassi zero pone meno rischi al debito infrastrutturale rispetto ad altre aree dell’obbligazionario e segnala dove si possono trovare le migliori opportunità. In primo luogo l’esperto di Schroders rileva che gli asset delle aziende infrastrutturali, come strade a pedaggio, aeroporti e ponti, generano flussi di cassa di lungo termine, che finanziano le cedole pagate agli investitori nel debito emesso…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.