Il problema sta nel prezzo (P), non negli utili (E)

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Il team Global Balanced Risk Control di Morgan Stanley IM ritiene che le valutazioni siano elevate rispetto alla media storica, ma non così tanto da poter parlare di bolla alla luce della forte crescita degli utili e del continuo supporto monetario e fiscale

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La fase positiva delle azioni statunitensi ed europee non si è fermata, con l’indice S&P 500 che ha raggiunto nuovi massimi storici, mentre il giapponese Nikkei 225 è rimasto indietro. La volatilità ha continuato a scendere, in un quadro di dati economici incoraggianti. Ma il problema dell’azionario sta nei prezzi elevati, e non negli utili che continuano a correre. Per l’S&P 500, il rapporto prezzo/utili prospettico a 12 mesi è alto rispetto alla mediana: la forte crescita degli utili nel secondo trimestre potrebbe contribuire a sostenere le valutazioni elevate nel breve termine. L’ampio sostegno sul fronte fiscale e monetario limita inoltre i rischi di ribasso. Il rischio che le Banche Centrali riducano la liquidità potrebbe però aumentare, rendendo le valutazioni ancora più eccessive.

RISCHIO GEOPOLITICO IN AUMENTO

Andrew Harmstone e Manfred Hui, responsabili del team Global Balanced Risk Control (GBaR) di Morgan Stanley Investment Management, sottolineano che, malgrado l’arrivo di Biden alla Casa Bianca fosse stato accolto positivamente sul fronte delle incertezze geopolitiche, queste ultime siano negli ultimi mesi aumentate, come mostrano le rinnovate tensioni Usa-Russia e Usa-Cina. Una crisi dei rapporti non dovuta solo a questioni economiche, che potrebbero comunque intralciarne la risoluzione. Per questo il rischio geopolitico va monitorato con grande attenzione da parte degli investitori, che devono prepararsi a limitare eventuali ribassi, se dovesse tradursi in realtà…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.