Artmarket.com: Artprice esamina più da vicino il fenomeno dei giovani artisti che superano di gran lunga le loro stime

7' di lettura

PARIGI, 8 novembre 2021 /PRNewswire/ — Lo scorso 14 ottobre, alla vigilia della sua prestigiosa asta serale londinese, Sotheby’s ha stimato tra 80.000 e 110.000 dollari il valore della tela I’ll Have What She’s Having (2020) di Flora Yukhnovich. Ma alla fine l’opera è stata venduta per oltre 3 milioni di dollari. Nulla giustifica questo risultato 30 volte superiore alle stime se non, ovviamente, una pura e semplice concorrenza tra gli offerenti, alimentata dall’attuale ondata di entusiasmo del mercato dell’arte nei confronti della giovane creatività.  In realtà, l’artista 31enne ha troppi pochi risultati perché Artprice e Sotheby’s siano in grado di spiegare la logica di una simile aggiudicazione.

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Evolution of the auction turnover for artists under 35

 

The Artprice 2021 Contemporary Art Market Report is currently available in three languages free of charge

Secondo thierry Ehrmann, CEO e fondatore di Artmarket.com e del suo dipartimento Artprice: «L’arte è generalmente considerata un investimento a bassa volatilità, il cui valore evolve nel lungo termine con un cambiamento graduale dei gusti e delle preferenze. Ma negli ultimi anni questa teoria è stata sconvolta dal fenomeno dei “red-chip”: i collezionisti hanno mostrato un enorme entusiasmo per le ultimissime star del mercato dell’arte, a tal punto da far crescere il prezzo delle loro opere da poche migliaia a parecchi milioni di dollari».

Comprare prima della notorietà

Se ancora non conoscete Flora Yukhnovich (1990) o Jadé Fadojutimi (1993), è del tutto normale! In effetti, sembra essere proprio questo uno dei motivi per cui oggi le loro opere sono così costose, e potrebbe anche darsi che una volta raggiunta la notorietà diventino un po’ meno alla moda. Potrebbe sembrare un controsenso, ma a quanto pare se questi artisti diventano immediatamente così tanto preziosi è proprio perché non appartengono a nessuna delle più prestigiose gallerie d’arte contemporanea. Le opere di questi giovani artisti sono quindi messe all’asta da Phillips, Sotheby’s e Christie’s senza nessun punto di riferimento.

In effetti, da quando è stata dipinta nel 2020 (meno di due anni fa), la tela I’ll Have What She’s Having è già stata venduta dalla galleria Parafin e rivenduta da Sotheby’s a Londra. La piattaforma online Artsy presenta la giovane pittrice inglese (31 anni) come artista “blue-chip” in quanto Flora Yukhnovich è «rappresentata da gallerie riconosciute a livello internazionale». Tuttavia, Artprice la considera piuttosto un’artista “red-chip”, nozione coniata dal giornalista Scott Reyburn (The Art Newspaper) lo scorso gennaio in riferimento a un certo numero di giovani artisti che sono emersi improvvisamente sulla scena artistica internazionale.

https://www.theartnewspaper.com/2021/01/08/blue-chip-artists-move-over-here-come-the-red-chips

Opere nuovissime sul mercato secondario

Con la crisi sanitaria le case d’asta hanno oltrepassato i limiti del mercato secondario a cui erano storicamente dedicate tali opere. Oggi sembra che a volte le cifre a cinque o sei zeri siano più facilmente raggiungibili da opere estremamente recenti (create meno di due anni prima della rivendita) che dai classici moderni, e le maggiori case d’asta si stanno facendo coinvolgere sempre più in questo flipping game, vale a dire la rapidissima rivendita di opere appena uscite dagli atelier di giovani artisti alla moda.

Si tratta di una pratica regolarmente criticata dalle gallerie e dagli stessi artisti, in quanto ai loro occhi le evoluzioni di prezzo troppo rapide destabilizzano il fragile equilibrio tra domanda e offerta. Lo scorso anno il pittore di origini ghanesi Amoako Boafo aveva confidato a Bloomberg i timori e il disappunto riguardo alla rivendita altamente speculativa dei suoi dipinti nelle aste.

https://www.bloomberg.com/news/articles/2020-02-12/hot-new-artist-laments-that-his-work-is-being-flipped-for-profit

Una nuova strategia

Nel primo semestre di quest’anno le case d’asta hanno compiuto un ulteriore passo avanti con la vendita degli NFT di Beeple, Larva Labs, PAK, Mad Dog Jones, ecc., nessuno dei quali è ancora rappresentato dalle principali gallerie. Le case d’asta hanno collaborato direttamente con questi artisti ma anche con piattaforme specializzate (come Nifty Gateways o Opensea) per usufruire di tutto il supporto tecnologico disponibile. Tuttavia, poiché il mercato degli NFT non ha nessun precedente, le stime fornite dalle case d’asta sono state un po’ arbitrarie: la base d’asta per 5,000 days di Beeple è stata fissata a 100 dollari, ma l’opera ha sfiorato i 70 milioni di dollari!

Ovviamente non è la prima volta che le case d’asta entrano nel mercato primario. Esse propongono regolarmente opere nuove durante le vendite benefiche, durante le quali gli artisti sono soliti donare una o due opere “inedite” per una buona causa. Ci sono stati anche diversi casi particolari, come l’asta Beautiful Inside My Head Forever di Damien Hirst e Sotheby’s nel 2008.

Con gli NFT, le case d’asta sono state in grado di introdurre nel mercato delle opere che aggirano le gallerie, ma per le quali esiste già un’enorme domanda rimasta repressa troppo a lungo. Questo cambiamento di paradigma si integra perfettamente con la più ampia strategia delle principali case d’asta di presentare opere in grado di attrarre nuovi acquirenti e i cui prezzi potrebbero schizzare alle stelle. Di fatto, il fenomeno degli NFT e dei “red-chip” può essere visto come la materializzazione di questa nuova strategia.

Immagini:

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Artmarket, con il suo dipartimento Artprice, è stata fondata nel 1997 dal CEO thierry Ehrmann. Artmarket, con il suo dipartimento Artprice, è controllata dal Groupe Serveur, creato nel 1987.

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Artmarket è un operatore globale del Mercato dell’Arte che comprende, tra le altre strutture, il dipartimento Artprice, leader mondiale nella raccolta, gestione e utilizzo delle informazioni sul mercato dell’arte storico e attuale in banche dati che contengono più di 30 milioni di indici e risultati di aggiudicazione, per oltre 770.000 artisti.

Artprice Images® consente l’accesso illimitato alla più grande banca immagini al mondo dedicata al Mercato dell’Arte: ben 180 milioni di fotografie digitali o riproduzioni incise di opere d’arte dal 1700 fino a oggi, corredate dai commenti dei nostri storici dell’arte.

Artmarket, con il suo dipartimento Artprice, raccoglie dati su base permanente da 6300 Case d’Asta e produce informazioni chiave sul Mercato dell’Arte per le principali agenzie di stampa e comunicazione (7.200 pubblicazioni). I 5,4 milioni di utenti (registrati + social media) hanno accesso agli annunci pubblicati dagli altri utenti. Oggi questa rete rappresenta il Global Standardized Marketplace®, leader nella compravendita di opere d’arte a un prezzo fisso o di offerta (aste regolate dai paragrafi 2 e 3 dell’Articolo L 321.3 del Codice di Commercio Francese).

Artmarket, con il suo dipartimento Artprice, ha ricevuto il marchio di Stato “Società Innovativa” dalla Banca Pubblica di Investimento (BPI) (per la seconda volta nel novembre del 2018 per altri 3 anni), che sostiene la società nel progetto di consolidamento della sua posizione come operatore globale del mercato dell’arte.

Rapporto 2020-2021 di Artprice sul mercato dell’arte contemporanea by Artmarket.com:

https://www.artprice.com/artprice-reports/the-contemporary-art-market-report-2021

Rapporto 2020 sul Mercato Globale dell’Arte di Artprice by Artmarket, pubblicato nel marzo del 2021:

https://www.artprice.com/artprice-reports/the-art-market-in-2020

Indice dei comunicati stampa pubblicati da Artmarket con il suo dipartimento Artprice:

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