Sulla strada dei mercati “rischi di caduta di inflazione”

Sulla strada dei mercati “rischi di caduta di inflazione”
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La vera sorpresa potrebbe non essere un ritorno al passato ma un rientro rapido quanto è stata la corsa al rialzo. Il rischio di ripetere l’errore del dopoguerra. Powell sembra una garanzia, Biden un po’ di meno

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Allora, l’inflazione americana corre ai massimi dal oltre trent’anni sopra il 6%, ma i rendimenti dei Treasury restano sostanzialmente inchiodati intorno all’1,5%. Nel 1990, quando il prezzo del petrolio correva sulla spinta dell’invasione del Kuwait da parte di Saddam Hussein, spingendo l’economia USA verso una recessione che nel 1992 avrebbe fatto perdere le elezioni a Bush Senior nonostante la vittoria in Iraq, gli stessi rendimenti che il Tesoro pagava agli investitori per farsi comprare il debito federale viaggiavano al 9%. Un bel rebus, a cui una schiera di (presunti) guru offre le spiegazioni più disparate. Una è che il mercato dei bond anticipa una stretta violenta a cui sarà costretta la Fed, che farà deragliare la ripresa spingendo l’economia in recessione o addirittura in stagflazione. Un’altra è che il mercato si sta fidando troppo delle rassicurazioni della Fed che l’inflazione è temporanea, ma lo aspetta un brusco risveglio che farà impennare i rendimenti e andrà a intaccare margini e utili delle imprese, realizzando la profezia di bolla azionaria di cui si parla da tempo a dispetto di Wall Street che macina record.

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Rendimento del titolo del Tesoro Usa a 10-anni negli ultimi 60 anni (recessioni in grigio)

L’OFFERTA ALL’INSEGUIMENTO DELLA DOMANDA

Evidentemente non siamo in tempi normali, poco meno di due anni fa la pandemia ha fatto irruzione sulla scena globale, spingendo prima i mercati e poi le economie in discesa verticale: in meno di un mese l’S&P 500 precipitò da quasi 3.400 punti a 2.300, per poi recuperare oltre il livello di partenza in 4 mesi, nel secondo trimestre del 2020 il PIL USA segnò una contrazione annualizzata di oltre il 30%, per poi rimbalzare ancora di più nel terzo. Per la catena globale di forniture energetiche e di componenti, inseguire mercati e economie su queste montagne russe non è stato facile. A chiudere rubinetti e produzioni si fa abbastanza presto, per riaprirli ci vuole più tempo. Il petrolio, ad esempio, per recuperare il crollo sottozero di aprile 2020 e riportarsi stabilmente sui livelli precedenti la pandemia ci ha messo più di un anno, come molte altre commodity e componenti industriali. Ma intanto economie e consumi erano ripartiti violentemente, per cui si è verificato il famoso fenomeno dei troppi soldi da spendere per comprare beni che scarseggiavano. Risultato inflazione…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.