In calo le tariffe di trasporto globali: sarà il caos per gli spedizionieri?

I tassi di nolo sono in ribasso dai massimi raggiunti durante la pandemia, quando le compagnie di spedizioni potevano giustificare i prezzi alti con l’interruzione delle supply chain. Cosa succederà ora?

In calo le tariffe di trasporto globali: sarà il caos per gli spedizionieri?
3' di lettura

Il prezzo internazionale del trasporto merci globale sta scendendo. Si tratta di una tendenza che potrebbe avere effetti a catena nell’intero settore delle spedizioni.

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A metà luglio 2022 il prezzo di spedizione per un container da 40 piedi da Shanghai a Los Angeles era sceso del 24% su base annua, secondo i dati del Drewry World Container Index.

Tuttavia, lungi dall’essere stabili, i tassi di nolo globali continuano a mostrare prezzi molto elevati rispetto ai livelli pre-pandemia.

Prezzi in calo, ma non fino ai livelli pre-pandemia

Fino alla pandemia i tassi di nolo globali erano rimasti relativamente stabili: da metà 2016 ad aprile 2020, i prezzi per la spedizione di un container di 40 piedi tra destinazioni intercontinentali variavano tra 1.000 e 2.000 dollari.

Da quel momento in avanti i prezzi medi sono saliti alle stelle, raggiungendo un picco di 10.300 dollari a settembre 2021. Un trasporto merci da Shanghai a Los Angeles a quel tempo costava ancora di più: 12.400 dollari.

Dai massimi dello scorso anno in poi, i prezzi hanno subito movimento altalenante verso il basso. Gli ultimi dati rilevati da Drewry a metà luglio 2022 indicano che il suddetto viaggio da Shanghai a Los Angeles ora costa 7.480 dollari. Dunque, sebbene si tratti di un calo sostanziale, i prezzi odierni continuano a essere molto al di sopra dei livelli pre-pandemia.

Maersk segnala un futuro incerto

Martedì il colosso delle spedizioni A.P. Moller-Maersk (quotato sul Nasdaq Nordic) ha annunciato una revisione della sua guidance precedentemente annunciata per il 2022. La compagnia danese, che controlla il 17% delle spedizioni globali, ha affermato che l’EBITDA per quest’anno ora dovrebbe aggirarsi intorno ai 37 miliardi di dollari.

Si tratta di un aumento del 18% rispetto alla guidance precedentemente annunciata di 30 miliardi di dollari.

Con l’interruzione delle supply chain in tutto il mondo, la pandemia aveva portato buoni affari ai vettori merci internazionali. Man mano che i porti chiudevano o riducevano i loro carichi di lavoro, le compagnie di trasporto merci erano in grado di giustificare l’aumento dei prezzi al fine di garantire la loro presenza, sempre più costosa, nei porti.

Per Maersk, ciò è significato passare da un EBITDA di 5,712 miliardi di dollari nel 2019 a 19,674 miliardi nel 2021, fino a un aumento ancora più vertiginoso rispetto a quanto previsto per il 2022.

Ma se Maersk sta andando così bene, perché la sua enorme proiezione sull’EBITDA non si riflette nella valutazione?

Maersk ha una valutazione totale di 50 miliardi di dollari, che è solo 1,4 volte la nuova stima sull’EBITDA per il 2022, come riportato da Reuters.

Gli investitori, a quanto pare, prevedono un trend generale ribassista a lungo termine per gli spedizionieri di container.

La bassa valutazione di Maersk rispetto al suo EBITDA può essere spiegata dal fatto che gli investitori stimano che i costi di spedizione dei container proseguano la loro tendenza al ribasso verso una correzione del mercato, in risposta a un’incombente recessione globale.

Titoli da monitorare

Se le tariffe di trasporto continuano a scendere, altre aziende del settore marittimo, in particolare quelle che spediscono container a livello internazionale, potrebbero sperimentare un destino simile a quelli di Maersk. Queste aziende includono:

  • Eagle Bulk Shipping Inc. (NASDAQ:EGLE)
  • Diana Shipping Inc. (NYSE:DSX)
  • Euroseas Ltd. (NYSE:ESEA)
  • Genco Shipping & Trading Limited (NYSE:GNK)
  • Costamare Inc. (NYSE:CMRE)
  • Hapag-Lloyd Aktiengesellschaft (OTC:HPGLY)
  • ZIM Integrated Shipping Services Ltd. (NYSE:ZIM)
  • Matson, Inc. (NYSE:MATX)

Foto di Galen Crout su Unsplash