Il verdetto di Paul Krugman sulla gestione dell’inflazione

Il noto economista Paul Krugman mette in dubbio la necessità di una recessione per ridurre l'inflazione.

Il verdetto di Paul Krugman sulla gestione dell’inflazione
2' di lettura

Il premio Nobel e noto economista Paul Krugman ha messo in dubbio l’opinione prevalente per cui ridurre l’inflazione richiederebbe una recessione, affermando che la gestione dello shock pandemico da parte degli Stati Uniti sotto il presidente Joe Biden sarà ricordata soprattutto come una storia di successo.

Ricevi una notifica con le ultime notizie, i nostri articoli e altro ancora!

«Ma ridurre l’inflazione non richiederà una brutta recessione? Forse sì, o forse no, questa è un’affermazione, non un dato di fatto. E il modello economico standard di stagflazione, che dipende dalle aspettative, in realtà dice di no, dal momento che l’inflazione prevista non è aumentata molto», ha detto in una serie di tweet.

Leggi anche: Apple, Amazon, Intel, AMD, Tesla: 5 azioni nel radar degli investitori che si avvicinano alla nuova settimana

«In breve, c’è una buona probabilità che ripenseremo a come l’America ha gestito lo shock pandemico, principalmente sotto Biden, e lo vedremo come una grande storia di successo», ha detto.

Aumento dei salari

Krugman sostenuto le sue opinioni confrontando la crescita dei salari rispetto ai livelli precedenti alla pandemia. L’economista ha affermato che i salari reali dei lavoratori non addetti alla supervisione sono in realtà più alti rispetto ai livelli precedenti la pandemia. I salari reali complessivi sono diminuiti soprattutto a causa del cibo e dell’energia, ha sostenuto.

«Quindi i salari reali dei lavoratori non supervisori sono effettivamente più alti di quelli precedenti alla pandemia; i salari reali nel complesso sono leggermente diminuiti, ma questo è interamente dovuto al cibo e all’energia, trainati da forze esterne agli Stati Uniti. Non è la storia che probabilmente hai sentito», ha twittato.

La Federal Reserve annuncerà la sua politica monetaria la prossima settimana e gli operatori di mercato hanno già iniziato a prendere in considerazione una banca centrale relativamente meno aggressiva. L’ETF SPDR S&P 500 ETF Trust (NYSE:SPY) ha chiuso in rialzo del 2,38% venerdì mentre il Vanguard Total Bond Market Index Fund ETF (NASDAQ:BND) ha chiuso in ribasso dello 0,2%.

Un’opinione contraria

Esperti come l’ex segretario al Tesoro Lawrence H. Summers hanno espresso una visione contraria, affermando che gli atterraggi morbidi dovuti a un’inflazione elevata senza una recessione non sono qualcosa che è accaduto in precedenza. 

Vuoi fare trading come un professionista? Prova GRATIS la Newsletter Premium 4 in 1 di Benzinga Italia con azioni, breakout, criptovalute e opzioni