Sprazzi di fiducia su BTP e Borsa Italiana, farli spegnere sarebbe imperdonabile

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Da inizio anno i titoli di Stato hanno fatto meglio di Treasury e Bund come anche Piazza Affari. L’Azienda Italia si è rinnovata, compete e esporta, mancano ancora all’appello crescita stabile e politica adeguata

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Di solito, quando i rendimenti dei titoli di Stato dei principali paesi schizzano verso l’alto, come successo diverse volta da quando le banche centrali hanno dichiarato guerra all’inflazione alzando i tassi a raffica, quelli del BTP italiano salgono più degli altri, e viceversa, quando vanno giù il ribasso è più contenuto. Qualcosa di simile succede, sempre ‘di solito’, alla Borsa di Milano, che amplifica i ribassi quando le altre scendono e contiene i rialzi quando il resto sale. Da qualche tempo, questo copione, che va in scena con una certa regolarità dalla crisi del debito europeo del 2011-12 in poi, le cose sembrano cambiate. Dopo il rally di gennaio le Borse europee hanno tenuto meglio di quella americana al cambiamento d’umore degli investitori su tassi e inflazione, ma Piazza Affari ha fatto ancora meglio delle altre europee a febbraio. Lo stesso dicasi per il BTP, che ha limitato il rimbalzo dei tassi di febbraio a una ventina di punti, quasi la metà di quanto accusato dal Bund, con gli investitori che a gennaio hanno invece premiato il titolo principe del debito pubblico italiano con un calo dei rendimenti molto più forte degli altri, come mostra il grafico qui sotto.

RENDIMENTI A 10 ANNI NEI PRINCIPALI PAESI NEL 2023 (GENNAIO BLU, FEBBRAIO VIOLA)

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.