DPAM: investire nei mercati di frontiera per fornire alfa e diversificazione

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Secondo Caleb Coppersmith, Buy-Side fixed income analyst di DPAM, valutazioni molto interessanti e profili di rischio idiosincratici permettono di trovare diamanti nel carbone

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I giorni del denaro e dei rendimenti semplici sembrano essere finiti. Da una parte la crisi economica degli ultimi anni ha messo a repentaglio le finanze pubbliche, dall’altra i nuovi equilibri geopolitici e le tensioni internazionali hanno costretto una continua ristrutturazione delle politiche commerciali e delle catene di approvvigionamento globali. In un contesto come quello attuale si aprono grandi sfide per i gestori attivi che devono trovare occasioni di valore per massimizzare i rendimenti. Caleb Coppersmith, Buy-Side fixed income analyst di DPAM evidenzia come l’ascesa dei mercati di frontiera rappresenta una classe di investimento adatta a un gestore attivo.

DIAMANTI NEL CARBONE

“Le valutazioni attuali molto interessanti – sottolinea Coppersmith – e i profili di rischio idiosincratici possono permettere di trovare diamanti nel carbone. I mercati di frontiera sono un sottoinsieme dell’universo dei mercati emergenti, definiti in modo approssimativo da rating creditizi bassi, quasi esclusivamente B o inferiori, e da mercati mobiliari illiquidi e omogenei, con i titoli di Stato che rappresentano generalmente l’unica classe di attivi investibile. Di conseguenza, pochi titoli vengono inclusi negli indici dei mercati emergenti, il che rafforza la necessità di un approccio attivo”…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.