PGIM Investments, i fund selector privilegiano i criteri ESG ma non disdegnano la performance

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Nella ricerca di PGIM Investments sulle scelte di 210 selezionatori di fondi emerge che in Europa, uno su dieci evita già gli emettitori di carbonio e oltre il doppio dichiara di pensare di escluderli del tutto nei prossimi 24-36 mesi

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I selezionatori di fondi internazionali (definiti anche fund selector o gatekeeper) dovrebbero raddoppiare il disinvestimento da energie tradizionali entro tre anni. Inoltre, in Europa, uno su dieci evita già le aziende forti emettitrici di carbonio, mentre oltre il doppio dichiara di avere piani che le escludano completamente nei prossimi 24-36 mesi. Sono alcune delle principali evidenze emerse dalla nuova ricerca di PGIM Investments sulle scelte dei 210 gatekeeper in Europa e Asia e che offre la loro visione su varie questioni ESG.

UN’INDAGINE CHE HA COINVOLTO 210 GATEKEEPER

Un’indagine condotta da CoreData Research tra ottobre e novembre 2022 che aggrega le opinioni raccolte tra 150 gatekeeper in Europa e 60 in Asia, che operano presso grandi istituzioni finanziarie globali e si occupano della selezione di prodotti obbligazionari e/o azionari. Tra le questioni indagate dal sondaggio online quella relativa alle evidenze a supporto della sovraperformance delle azioni ESG. “Se da un lato una maggioranza consistente di gatekeeper ritiene che i fondi azionari ESG possano offrire portafogli ben diversificati, e che chi investe in questi fondi non debba abbassare le proprie aspettative di performance, quattro selezionatori di fondi su dieci ritengono che non ci siano evidenze sufficienti a giustificare la sovraperformance dei fondi azionari ESG rispetto ai fondi non ESG” fanno sapere gli esperti di PGIM Investments...

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.