2 Giugno, la nostra Festa della Repubblica a stelle e strisce

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Oggi si fa un gran parlare di intelligenza artificiale, di transizione energetica e di molti altri megatrend che condizioneranno il nostro futuro. Un domani potremo dire quanto questi temi ci abbiano condizionato e quali invece non siamo riusciti a realizzare, un po’ come possiamo fare già oggi guardando a quel giugno di 77 anni fa

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Immaginate di essere lì.

Vi siete appena chiusi alle spalle la tendina della cabina. La matita in mano, di fronte la scheda aperta che propone l’Italia Turrita da una parte e il simbolo dei Savoia dall’altra. Magari avete già le idee chiare, o magari no. Magari uscirete dal seggio più sollevati, magari speranzosi, o magari preoccupati.

Qualche giorno dopo lo saprete con certezza: il 54,27% degli italiani e – per la prima volta – delle italiane, ha votato per la Repubblica.

In un’Italia frammentata, frastornata e ferita dai fori dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, il referendum del ’46 porta un nuovo livello di consapevolezza nel nostro Paese: un momento in cui ci si rende conto che stiamo entrando in un’epoca moderna, dove il cosiddetto “secolo lungo” può lasciarsi alle spalle le armi – più o meno – e pensare piuttosto ai Beatles, alle minigonne, e alle camicie di jeans.

Ma prima di tutto questo c’era un’Italia che si trovava a convivere con rimorsi ancora freschi e voglia di cambiamento, oltre che con uno spirito di rinnovamento spinto anche da chi non era proprio italiano al 100%.

DALLA CARBONARA AI GIORNALI

Se siete dei puristi della cucina è meglio che saltiate a piè pari un paio di righe. Se invece siete temerari, o semplicemente curiosi, proseguite pure per di qua: la carbonara potrebbe non essere italiana. Il condizionale è d’obbligo, dato che i più esimi autori degli anni ’40 in quel periodo erano più impegnati a registrare i fatti di guerra, anziché ciò che avveniva nelle pause pranzo dei soldati americani. Già, c’è chi giura che questi presero il loro bacon e lo unirono alla pasta e alle uova di qualche comare di campagna, per creare un piatto che ebbe un discreto successo. E chissà se è vero che furono proprio gli americani a creare la carbonara da noi. Ciò che è certo, è che si trovarono così bene che rimasero nel nostro Paese, chi perché si innamorò dell’Italia, chi di un’italiana, e chi invece rimase perché assegnato al PWB. Questa sigla stava per Psychological Warfare Branch, un ente militare americano nato in collaborazione con gli inglesi che voleva aiutare i paesi a uscire dall’occupazione nazista. Ovviamente non era solo altruismo spassionato, dato che il PWB prese a tutti gli effetti il controllo dei media del nostro Paese. E okay: in una situazione dove le alternative erano le agenzie di stampa di un nazifascismo in decadimento, o i giornali partigiani clandestini, forse affidarsi ai network anglo-americani non era poi così male…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.