Google vince la causa riguardante le email di donazione

La legislazione statunitense consente ai fornitori come Google di etichettare le email di marketing come "contestabili". Perde la causa l'RNC

Google vince la causa riguardante le email di donazione
2' di lettura

Con una sentenza decisiva, un giudice del distretto degli Stati Uniti ha respinto una causa intentata dal Comitato Nazionale Repubblicano o RNC, il quale affermava che Google, di proprietà di Alphabet Inc. (NASDAQ:GOOG) (NASDAQ:GOOGL) stava censurando le email di donazione inserendole nelle cartelle spam degli utenti di Gmail. 

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Cosa è successo

La decisione del giudice del distretto degli Stati Uniti Daniel Calabretta si basava sull’interpretazione della Sezione 230 del Communications Decency Act – una legge federale di lunga data che protegge le società internet dalla responsabilità per i contenuti pubblicati sulle loro piattaforme.

Il giudice Calabretta ha ritenuto che le pratiche di filtraggio delle email di Google siano protette da questa legge, facendo notare che il Congresso aveva riconosciuto il danno causato dallo spam quando ha emanato il Controlling the Assault of Non-Solicited Pornography and Marketing Act (CAN-SPAM Act) nel 2003.

Questa legislazione consente ai fornitori come Google di etichettare le email di marketing come “contestabili”, riporta Bloomberg.

Google non ha risposto immediatamente alla richiesta di commento da parte di Benzinga.

La causa in questione è stata presentata l’anno scorso a Sacramento, in California; il RNC ha sostenuto che le email inviate tramite Gmail finivano costantemente nelle cartelle spam, in particolare durante i periodi cruciali di raccolta fondi alla fine di ogni mese.

Il comitato ha dichiarato che, nonostante i tentativi di risolvere il problema attraverso la cooperazione con Google, questo è persistito per mesi e ha sostenuto che il gigante tecnologico li stava “discriminando” a causa delle loro opinioni conservatrici.

Nella sentenza, il giudice Calabretta ha affermato che anche se l’RNC rispettava il CAN-SPAM Act, il gigante tecnologico aveva comunque la discrezionalità di considerare le email di marketing provenienti dalla stessa entità come “contestabili”.

Il giudice ha poi aggiunto che le interazioni precedenti di un utente con un’azienda non equivalevano alla sollecitazione esplicita di ogni email inviata da tale entità.

Perché è importante

Nonostante il licenziamento della causa, l’RNC ha ottenuto l’opportunità di rivedere e ripresentare denuncia, come fa notare il rapporto.

Foto via Shutterstock