Schroders Global investor study 2023: gli italiani hanno più bisogno di consulenza finanziaria

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Dalla ricerca annuale emerge che sempre più investitori nel nostro Paese cercano una consulenza esperta per difendere il potere di acquisto dall’inflazione e per affrontare un contesto di mercato complesso e di difficile lettura

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Sta per concludersi uno degli anni più complessi dal punto di vista degli investimenti. Ma se c’è una lezione che gli italiani hanno imparato è che è meglio evitare il fai da te. Come sottolineato dalla ricerca annuale Schroders Global Investor Study 2023 (che ha coinvolto oltre 23 mila persone che investono in 33 località in tutto il mondo, distribuiti tra Europa, Asia, Americhe e non solo), le ragioni per cui i risparmiatori cercano maggiore competenza, affidandosi di più alla consulenza esperta rispetto al passato, sono la difesa del potere di acquisto dall’erosione dell’inflazione (40% delle preferenze) e una migliore capacità di affrontare un contesto di mercato complesso e di difficile lettura (38%). Il ricorso alla consulenza viene considerato anche una via utile per evitare decisioni prese sulla spinta di emotività e di impulsività (28%).

LE PREOCCUPAZIONI DEGLI ITALIANI

In cima alle preoccupazioni degli italiani c’è proprio il timore di non poter disporre di risparmi sufficienti per far fronte a emergenze personali o della propria famiglia (45%), come si legge nella ricercar di Schroders, oltre alla paura di trovarsi in condizioni di difficoltà a mantenere nel tempo il tenore di vita proprio e dei familiari (45%). Seguono la preoccupazione per il pagamento mensile del mutuo (22%) e i timori riguardo al futuro: dalla possibilità di pianificare la nascita di figli (20%), all’avere una pensione dignitosa (20%) o potersi permettere l’acquisto dell’abitazione (17%).
Sul fronte degli investimenti, la ricerca rivela che percentualmente gli italiani oggi, in un contesto di tassi in salita, sono più propensi a confrontarsi con un consulente finanziario (44%) rispetto agli investitori europei (34%) e globali (39%). Inoltre, sono attenti al miglioramento della diversificazione del proprio portafoglio (55% rispetto al 42% globale e al 38% europeo). Non è un caso, dunque, che in Italia (51%), più che in Europa (43%) e a livello mondiale (46%), si pensi che l’accesso ad asset class tipicamente indicate per diversificare il portafoglio, come i private asset, debba avvenire tramite il proprio consulente finanziario…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.