Videogiochi: la Cina fa marcia indietro sul blocco dopo il crollo da 80 miliardi di dollari

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Il governo cinese ha allontanato il funzionario che voleva limitare il settore. E il mercato risale, dopo il crollo delle scorse settimane

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Ormai sempre meno persone li chiamano “giochini”, e notizie come questa dimostrano quanto i videogame giochino un ruolo di crescente importanza a livello non solo economico ma anche politico. Le azioni del settore videoludico cinese sono infatti aumentate nelle ultime ore, sovraperformando rispetto a un mercato generale più debole, in seguito alla notizia diffusa da Reuters della rimozione di un funzionario locale incaricato della regolamentazione dei videogiochi.

ECCESSO DI ZELO

L’Indice cinese CSI Anime Comic Game ha infatti registrato un aumento fino al 3,1% nelle prime ore di contrattazione, in netta controtendenza rispetto a una diminuzione dello 0,3% del mercato generale. Le ragioni? Secondo quanto riferito da cinque fonti a conoscenza della vicenda, la Cina avrebbe allontanato tale Feng Shixin dalla sua posizione capo dell’unità editoriale del Dipartimento di Pubblicità del Partito Comunista. Tale dipartimento sovrintende l’Amministrazione Nazionale per la Stampa e la Pubblicazione (NPPA), che a sua volta regola l’ampio settore dei videogiochi in Cina. Feng Shixin aveva proposto delle misure volte a limitare la spesa e l’utilizzo di premi che incoraggiano l’uso dei videogiochi, scatenando timori di una nuova e severa repressione del settore da parte del governo cinese, peraltro non nuovo a queste iniziative…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.