Forte impennata: inflazione USA al 3,5% – Fed alle strette

Il report sull'inflazione USA rivela un aumento del 3,5% a marzo, sollevando interrogativi sui prossimi passi della Federal Reserve.

Forte impennata: inflazione USA al 3,5% - Fed alle strette
3' di lettura

L’inflazione negli Stati Uniti ha registrato una nuova impennata a marzo, superando le aspettative degli economisti e deludendo gli investitori che prevedevano un imminente taglio dei tassi di interesse della Federal Reserve.

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Il tasso d’inflazione annuale calcolato sull’indice dei prezzi al consumo (IPC) è salito al 3,5% il mese scorso, secondo i dati pubblicati mercoledì dal Bureau of Labor Statistics.

Report sull’inflazione di marzo: cifre chiave

  • Il tasso d’inflazione annuale dell’IPC è passato dal 3,2% di febbraio al 3,5% di marzo 2024, segnando il secondo mese consecutivo di aumento e superando le aspettative di un’impennata del 3,4%.
  • Su base mensile, l’IPC è avanzato a un ritmo dello 0,4%, mantenendo lo slancio del mese precedente e superando le previsioni dello 0,3%.
  • L’indice della benzina ha registrato un’impennata dell’1,7% su base mensile. Su base annua, il costo della benzina è aumentato dell’1,3%, in netto aumento rispetto al calo del 3,9% di febbraio.
  • Escludendo i costi dei generi alimentari e dell’energia, il tasso di inflazione IPC core si è attestato al 3,7% su base annua, in leggero calo rispetto al 3,8% di febbraio, in linea con le aspettative.
  • Su base mensile, l’IPC core è progredito a un ritmo dello 0,4%, in linea con lo 0,4% registrato a febbraio, ma al di sopra delle stime dello 0,3%.
  • L’indice degli alloggi è aumentato dello 0,4%, contribuendo in modo significativo all’aumento mensile complessivo dell’indice per tutte le voci, esclusi cibo ed energia.
Indicatore IPC Febbraio 2024 Marzo 2024 Aspettative
Tasso di inflazione globale (a/a) 3,2% 3,5% 3,4%
Tasso di inflazione globale (m/m) 0,4% 0,4% 0,3%
Tasso d’inflazione core (a/a) 3,8% 3,8% 3,7%
Tasso di inflazione core (m/m) 0,4% 0,4% 0,3%

Reazioni del mercato

Prima del report sull’inflazione, gli investitori avevano valutato al 54% la probabilità di un taglio dei tassi di interesse della Federal Reserve a giugno.

Il report sull’inflazione di marzo, più alto del previsto, potrebbe smorzare ulteriormente queste aspettative, poiché è probabile che i responsabili politici propendano per il mantenimento di tassi di interesse elevati più a lungo per contrastare le rinnovate pressioni inflazionistiche.

Pochi minuti dopo il comunicato, i rendimenti dei titoli del tesoro a due anni sono saliti di 17 punti base al 4,9%, chiudendo a un livello massimo da fine novembre 2023.

Grafico: rendimenti USA a 2 anni in forte aumento dopo il report sull’IPC

L’indice del dollaro statunitense (DXY), monitorato dall’Invesco DB USD Index Bullish Fund ETF (NYSE:UUP), si è rafforzato dello 0,5%, sostenuto dalle crescenti aspettative di un ritardo nei tagli dei tassi di interesse.

L’oro, monitorato attraverso l’SPDR Gold Trust (NYSE:GLD), è sceso dello 0,3%.

I futures sui principali indici statunitensi sono scesi durante il trading pre-market di mercoledì, con il settore tecnologico che ha sottoperformato il mercato più ampio. Il Nasdaq 100 era in calo dell’1,4% alle 8:54 di New York.

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Foto via Shutterstock