Sia che tu vada nell’intricato labirinto dei token non fungibili (NFT) su Reddit o che tu apra un thread sotto un tweet pubblicato da un nuovo orgoglioso possessore di una Bored Ape, c’è una domanda nella quale ti imbatterai spesso: “Perché qualcuno dovrebbe acquistare un NFT quando è possibile fare clic con il pulsante destro del mouse e salvare l’immagine?”
Sebbene all’inizio questa domanda scatenasse accese discussioni, ora è usata in maniera quasi ironica all’interno della comunità degli NFT. Ciò accade perché questi file JPEG effettivamente vengono venduti per milioni di dollari, e nel 2021 hanno raggiunto l’impressionante volume di scambi di 17,6 miliardi di dollari.
Ma è vero che in passato la proprietà degli asset digitali non aveva molto senso. Se tutto online era abbondante e onnipresente, perché preoccuparsi di pagare? E a maggior ragione: perché collezionarlo? Bene, gli NFT hanno cambiato la situazione. La loro proprietà e validità possono essere monitorate e verificate in modo diretto dal momento in cui i dati vengono caricati su un registro blockchain.
Gli NFT rendono Internet appropriabile, il che significa che possiamo finalmente tracciare il confine tra l’utilizzo e il possesso di un asset digitale; ciò crea grandi opportunità di guadagno, ma ci sono anche interessanti dinamiche psicologiche che suggeriscono come la nostra attrazione per gli NFT vada ben oltre il loro valore monetario.
Attirati dalla scarsità
Potremmo acquistare la replica precisa del nostro dipinto preferito, ma sarebbe uguale ad avere l’originale appeso nel nostro salotto? Non credo. Come esseri umani, semplicemente amiamo il concetto di genuina autenticità e scarsità.
Secondo Mark Cuban, gli NFT soddisfano tali condizioni: “L’acquirente sa quanti ne verranno prodotti e può provarne la proprietà sulla blockchain”.
Quando si tratta del nostro istinto da collezionisti, più raro significa migliore; gli NFT più ricercati sono i più difficili da ottenere. Ecco un aspetto interessante: la psicologia afferma che la caccia, ovvero il processo di ricerca e tentativo di acquisire l’oggetto, rilascia più dopamina della proprietà stessa. È l’apparente irraggiungibilità che le nostre menti trovano allo stesso tempo attraente e stimolante.
Inseguiamo uno status sociale
Ad ottobre dell’anno scorso il mondo è rimasto scioccato dopo che il proprietario del CryptoPunk #6046 aveva respinto un’offerta per vendere il suo NFT a 2.500 ETH (circa 9,5 milioni di dollari in quel momento): sebbene questa avrebbe potuto essere “la più grande vendita di NFT on-chain in dollari”, il proprietario ha dichiarato che il CryptoPunk era diventato la sua identità sui social media e lo ha aiutato a costruire un marchio di successo nel settore degli NFT.
Gli iconici personaggi pixelati — posseduti da personaggi del calibro di Jay-Z, Steve Aoki o Serena Williams — si sono costruiti una solida reputazione, tanto che averne uno come immagine del profilo è un po’ come dire “sono qualcun che conta in questo settore”.
Vogliamo sentirci unici, e possedere un oggetto raro può aiutarci a raggiungere questo obiettivo; spendere soldi per migliorare il nostro status sociale è qualcosa di molto umano. Il dato interessante, tuttavia, è che mentre in passato poteva trattarsi di una Ferrari o di una borsa Prada, i nostri status symbol stanno mutando ora che iniziamo sempre più ad abitare i mondi digitali.
Gary Vaynerchuk è convinto che gli NFT giocheranno proprio questo ruolo in futuro: “Stiamo parlando di una valuta sociale; non è diverso rispetto a quale auto guidi, dove vivi, quali vestiti indossi”. E più possiamo mostrare i nostri esclusivi asset digitali negli spazi virtuali, più li apprezziamo: è il motivo per cui Twitter ha implementato la verifica NFT dell’immagine del profilo.
La comunità gioca un ruolo chiave
La scienza suggerisce che il principale fattore motivante per molti collezionisti, che ne siano consapevoli o meno, è il miglioramento della loro rete di amici; questo vale anche per gli NFT, poiché la proprietà dei token ha una profonda motivazione sociale.
La connessione e il coinvolgimento sono al centro di molti progetti NFT. Attraverso community esclusive, i titolari possono interagire con persone dai valori simili e sbloccare link Zoom, inviti a chat room private e persino eventi reali.
Queste relazioni sono progettate per durare a lungo. Gli NFT non rappresentano una semplice transazione a senso unico tra un’azienda e un cliente, in cui lo scambio termina una volta che un bene viene scambiato con denaro; di solito, i progetti NFT tendono ad avere tabelle di marcia ben congegnate, disseminati di incentivi all’interazione con ricompense e sistemi di classificazione.
Anche le organizzazioni autonome decentralizzate (DAO) costituiscono un forte magnete psicologico: in qualità di titolari di NFT o token di governance, possiamo ottenere diritti di voto e diventare molto più integrati all’interno del progetto.
Vogliamo vivere esperienze uniche
La proprietà implica avere delle possibilità e, come proprietari, possiamo fare qualcosa che gli altri non possono fare. Che si tratti di una festa su Decentraland o di una chiacchierata con Tom Brady, gli NFT ci attirano con utilità ed esperienze uniche che non saremmo in grado di ottenere altrove.
Un ottimo esempio è Untamed Elephants, il primo progetto mission-driven nel settore degli NFT. Come parte del loro pacchetto di utilità, uno dei titolari di NFT è stato invitato a visitare lo Sri Lanka per due settimane e a vedere il santuario degli elefanti supportato dal progetto, con la maggior parte dei costi coperti.
Vale anche la pena notare che ciò che siamo è intrinsecamente formato dalle esperienze che viviamo; nei mondi digitali, un NFT può diventare una piccola parte della nostra identità, una memoria digitale, che possiamo conservare per sempre nei nostri wallet.
Gli NFT attingono al nostro senso di scopo
Senza la necessità di un intermediario, gli NFT incoraggiano nuovi livelli di fandom, consentendoci di sostenere direttamente le cause o i creatori a cui teniamo, rimanere coinvolti nei loro progetti per lunghi periodi di tempo e persino essere ricompensati per aver creduto in loro fin dall’inizio.
Gary Vaynerchuk offre un ottimo esempio: “Immagina se i Nirvana uscissero oggi e dicessero: Ehi, per i nostri primi fan, daremo il 20% delle royalty per sempre se acquisti questo token per 2.000 dollari perché non vogliamo firmare con questa etichetta e perdere i nostri diritti”. In questo modo, potremmo ascoltare Smells Like Teen Spirit, in pensione e felici di aver supportato una band che amiamo, anche “prima che fosse cool”.
Lo scopo alimenta il nostro senso di importanza personale, facendoci sentire che ciò che stiamo facendo è importante: si tratta di una combinazione perfetta per molti progetti di impatto sociale e sostenibilità. Dal momento che gli NFT vivono sulla blockchain per sempre, se contribuiamo a salvare una specie, ad esempio, è qualcosa che un giorno potremmo mostrare ai nostri nipoti.
Chris Dixon ha osservato che la pubblicità monetizza l’attenzione, mentre gli NFT monetizzano l’entusiasmo: questo potrebbe essere il motivo per cui il 68,4% dei possessori di NFT afferma di possedere un attaccamento emotivo ai propri token invece di dire “è solo un investimento”. Sono i progetti che riescono a colpire le nostre corde psicologiche ad avere maggior successo e a non estinguersi in un hype di breve durata.
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