Ieri un decreto interministeriale del Tesoro e del Ministero della transizione ecologica ha prorogato ufficialmente il taglio delle accise fino al 21 agosto.
Il taglio prevede di sottrarre 25 centesimi di euro al litro più IVA alle accise su gasolio e benzina verde, ed 8,5 centesimi più IVA sul GPL.
Non si tratta quindi di uno sconto particolarmente elevato, dato che secondo gli ultimi dati di Quotidiano Energia la benzina mediamente costa circa 1,98€ al litro, mentre il gasolio 1,94€, ma riduce comunque i costi al distributore di circa il 13%.
Senza questo taglio la benzina potrebbe costare quasi 2,3€ al litro, mentre il gasolio circa 2,25€.
Quindi la misura decisa a marzo, e finora sempre prorogata, è stata estesa anche alle prime tre settimane di agosto, e dato che non sembra che i prezzi alla pompa possano diminuire drasticamente nelle prossime settimane, è possibile che verrà ulteriormente prorogata.
Quando e perché sono iniziati gli aumenti?
L’aumento dei prezzi di benzina e gasolio è dovuto ad un incremento generalizzato dei costi della materia prima, ovvero i cosiddetti idrocarburi fossili, sia in seguito alla spirale inflattiva innescatasi alla fine dell’anno scorso, sia soprattutto a causa dei tagli all’offerta russa dovuti al conflitto in Ucraina.
Per questo motivo le due concause si sono sommate, in particolare a partire da marzo, facendo letteralmente lievitare i costi, e quindi i prezzi alla pompa. Visto che entrambe le cause non sembra possano esaurirsi a breve, è lecito attendersi che la situazione non cambierà molto, perlomeno sul breve periodo.
Ad esempio analizzando l’andamento del costo del petrolio grezzo europeo, il cosiddetto Brent, si capisce chiaramente che l’aumento del costo era iniziato già a dicembre 2021, quando era passato da 70$ ad 80$ al barile. Questo aumento è andato avanti fino a poco prima dello scoppio della guerra in Ucraina, quando raggiunse i 100$.
A dire il vero a partire da fine febbraio il costo aumentò ulteriormente fino a sfiorare i 140$ al barile ad inizio marzo, ma da allora non è più aumentato. Va comunque sottolineato che il prezzo attuale è perfettamente in linea con quello che aveva il primo di marzo, a guerra appena iniziata.
Praticamente sono quattro mesi e mezzo che il prezzo del Brent oscilla tra 97$ e 123$ al barile, escludendo i picchi temporanei, ed in questo momento non dà alcun segno di voler tornare sotto i livelli pre-guerra.
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