Il domino della crisi delle banche arriva in Europa. Dopo il fallimento della Silicon Valley Bank, con sede a Santa Clara in California, è toccato il momento di Credit Suisse. Uno dei maggiori istituti di credito al mondo ha perso il 24,2% in borsa a Zurigo. Il crollo della banca elvetica si è esteso anche ad altri istituti finanziari europei, come BNP Paribas, Société Générale, Commerzbank e Deutsche Bank che sono scese tra l’8% e il 12%. Milano ha perso il 4,61%, Londra il 3,83%, Parigi il 3,58%, Francoforte il 3,27%, mentre Zurigo ha limitato il calo all’1,87%.
Nonostante ciò, la Banca Centrale Europea ha continuato con l’obiettivo che si era preposta e ha alzato i tassi di interesse di 50 punti base. Un segnale che fa sperare che le banche, comunque, non avranno problemi nel breve termine.
Tassi BCE ancora in aumento
Gli ultimi scossoni hanno portato tensione, ma non hanno rallentato le posizioni di Christine Lagarde. Infatti, la presidente della BCE ha insistito sulla disponibilità di aiuto in caso di bisogno e di avere una maggiore solidità rispetto al 2008, l’anno nero in cui si è abbattuta la finanza mondiale dopo il crollo della Lehman Brothers. Il Consiglio Direttivo ha deciso di portare i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali al 3,50%, sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 3,75% e sui depositi presso la banca centrale al 3,00%.
La situazione economica in generale sembra migliore rispetto alle stime di fine anno 2022, ma l’inflazione persiste e la BCE ha agito con decisione.
Italia-tasso di inflazione
(Image: Tradingeconomics.com)
L’innalzamento dei tassi viene infatti giustificato dal Consiglio direttivo come conseguenza di un’inflazione troppo elevata per un lungo periodo e una determinazione a riportarla al 2%. Un’incertezza che cresce data la preoccupazione verso le nuove stime sui prezzi, in crescita rispetto alle proiezioni base del 2023, come conseguenza del calo delle quotazioni energetiche e il difficile contesto economico internazionale. Finito il primo trimestre si discuterà se rallentare per il secondo e per il resto dell’anno, sempre che non emergano nuovi fattori di vulnerabilità.
La sfiducia degli investitori
I tassi d’interesse sono uno strumento vitale per le Banche Centrali e per la politica monetaria di un paese, considerati fondamentali quando si ha a che fare con variabili molto importanti come gli investimenti, l’inflazione e la disoccupazione. L’aumento dei tassi di interesse è la misura monetaria per contenere gli investimenti a favore dei risparmi, in quanto, si frena la domanda e si riducono i prezzi dei beni. Nelle economie sviluppate, gli aggiustamenti dei tassi servono per mantenere l’inflazione limitata, per tenere in salute le attività e le dinamiche economiche.
Maxim Manturov, Responsabile della consulenza sugli investimenti di Freedom Finance Europe, afferma che: “Il mercato azionario sta attraversando un periodo difficile a causa di un ambiente economico trasformato caratterizzato da una combinazione di tassi di interesse in aumento e inflazione persistente, che ha portato a un calo del 20% rispetto il valore massimo dell’indice S&P500 nel 2022. Per mitigare la minaccia inflazionistica, la Federal Reserve ha alzato il tasso obiettivo dei federal funds a breve termine e tagliato le sue partecipazioni obbligazionarie al fine di rallentare la crescita economica senza spingere l’economia in recessione. In passato, un periodo di tassi d’interesse bassi e di inflazione moderata ha favorito gli asset rischiosi, comprese le azioni. Tuttavia, l’improvvisa impennata dell’inflazione ha portato a un cambio di politica monetaria da parte della Fed, che ha determinato un aumento significativo dei rendimenti dei titoli a 10 anni, il parametro di riferimento per il mercato obbligazionario più ampio. Il mercato azionario è influenzato da tassi di interesse più elevati in quanto ciò potrebbe pesare sulla futura crescita degli utili per le società statunitensi, mentre le azioni potrebbero rimanere indietro poiché le obbligazioni e altri strumenti offrono rendimenti più interessanti.”
(Image: Fxempire.it)
In questo contesto gli investitori sono scettici e sono portati a rischiare meno e quindi a ridurre le performance nei mercati azionari. A causa dell’incertezza del mercato, stanno infatti puntando in asset considerati rifugi in tempi di volatilità, come i bond governativi e l’oro. Le banche centrali dovrebbero far ritornare l’inflazione verso livelli accettabili, in grado di contribuire alla crescita economia generale, per fare in modo che i cittadini si sentano fiduciosi e prendano coraggio per affrontare qualche rischio che stimolerebbe l’economia.
Come investire in presenza di tassi di interesse elevati
Gli investitori retail italiani devono sempre rimanere prudenti quando si tratta di investimenti a fronte di tassi d’interesse elevati. Tuttavia, questi aumenti non devono essere visti sempre come una minaccia. Se si cercano i prodotti giusti e le strategie adatte, si può sfruttare la situazione in modo ottimale. Ad esempio, gli strumenti di finanziamento a tasso variabile possono essere una buona scelta, in quanto consentono di godere dei benefici dei tassi alti. Se gli investitori sono in grado di prevedere il movimento dei tassi d’interesse, possono anche investire in azioni o obbligazioni a tasso fisso a interesse ibrido o variabile, oppure scegliere quegli strumenti che offrono protezione dagli aumenti, in modo da salvaguardare il proprio capitale da eventuali perdite.