Gli Exchange Traded Fund (ETF) basati sul petrolio hanno registrato un calo notevole, superiore al 4%, in seguito ai recenti attacchi militari di Israele contro l’Iran. Gli attacchi, avvenuti nel fine settimana, sono stati riportati come “limitati” dai media locali, portando gli analisti a minimizzare il potenziale impatto sulle forniture di petrolio.
Cosa è successo
Sabato l’esercito israeliano ha preso di mira siti iraniani in tre province in risposta a un attacco con missili balistici sferrato da Teheran il 1° ottobre. Secondo l’agenzia di stampa iraniana Tasnim, gli attacchi hanno causato la morte di quattro soldati e “danni limitati”, risparmiando le infrastrutture petrolifere, nucleari e civili. Dopo gli attacchi, i prezzi del petrolio hanno subito un brusco calo di oltre il 4% lunedì, come ha riferito la CNBC.
In seguito agli attacchi, diversi ETF sul petrolio hanno registrato cali notevoli.
Nel trading pre-market di lunedì, ProShares Ultra Bloomberg Crude Oil (NYSE:UCO) è sceso dell’8,41%, United States Oil Fund LP (NYSE:USO) è sceso del 4,69%, SPDR S&P Oil & Gas Exploration & Production ETF (NYSE:XOP) è sceso dell’1,81%, mentre MicroSectorsTM Oil & Gas Exploration & Production 3X Leveraged ETNs (NYSE:OILU) è sceso del 4,54%, secondo Benzinga Pro.
Nonostante le tensioni, l’industria petrolifera iraniana non ha subito ripercussioni e le operazioni sono proseguite come di consueto. Secondo la U.S. Energy Information Administration, l’Iran è responsabile di circa il 4% dell’approvvigionamento globale di petrolio. L’attacco arriva dopo un assalto di Hamas, sostenuto dall’Iran, contro Israele il 7 ottobre dello scorso anno.
Perché è importante
I recenti attacchi si aggiungono alle tensioni geopolitiche in corso che hanno tenuto in tensione i mercati energetici. All’inizio del mese, i prezzi del petrolio erano già scesi del 2% dopo che l’OPEC aveva ridotto le previsioni di crescita della domanda globale di petrolio per il terzo mese consecutivo. Ciò è dovuto ai dati di consumo effettivi e alle aspettative di domanda leggermente ridotte.
Gli esperti avevano avvertito che un attacco israeliano agli impianti petroliferi iraniani avrebbe potuto sconvolgere in modo significativo i prezzi del petrolio a livello globale. John Driscoll, chief strategist di JTD Energy Services, ha sottolineato il potenziale di tali azioni per sconvolgere il mercato, tracciando un parallelo con incidenti passati come gli attacchi con i droni del 2019 ai campi petroliferi sauditi.
Sebbene la produzione di petrolio dell’Iran sia inferiore a causa delle sanzioni, qualsiasi interruzione potrebbe comunque portare a un aumento dei prezzi.
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