A metà degli anni ’90, Donald Trump tentò di dare vita a uno dei più emozionanti incontri uno contro uno: Shaquille O’Neal contro Hakeem Olajuwon. Il premio era di ben 1 milione di dollari, una cifra enorme per l’epoca, anche per le stelle dell’NBA. Trump intendeva organizzare l’evento nel suo famoso casinò Taj Mahal di Atlantic City, conferendo un po’ del suo marchio di fabbrica a quello che sarebbe stato uno scontro storico.
L’idea nacque subito dopo che i due giganti del basket si affrontarono nelle finali NBA del 1995. Hakeem Olajuwon e i suoi Houston Rockets avevano avuto la meglio su un giovane Shaq e i suoi Orlando Magic. Hakeem era inarrestabile, con una media di 33 punti a partita nelle seriese aveva vinto il suo secondo premio di MVP delle Finals mentre la sua squadra spazzava via Orlando.
Evidentemente il mondo voleva di più da queste due superstar, che erano al centro dell’universo del basket: una affermata, l’altra in ascesa. Per questo motivo, il loro agente propose una sfida uno contro uno.
Trump, da sempre appassionato di grandi spettacoli, voleva partecipare. Mise in palio 1 milione di dollari, un’offerta enorme per l’epoca. Per dare un po’ di contesto, anche se negli anni ’90 gli stipendi dell’NBA stavano iniziando a salire alle stelle, 1 milione di dollari era comunque sufficiente per attirare l’attenzione anche delle migliori stelle del campionato.
Il piano era di riunire Shaq e Hakeem per un epico duello uno contro uno al casinò Trump di Atlantic City e i fan erano entusiasti al pensiero di questi due titani che si sarebbero affrontati senza compagni di squadra o distrazioni.
Ma l’evento non si è mai svolto. All’ultimo minuto, Hakeem si è dovuto ritirare a causa di un infortunio alla schiena e l’incontro è stato annullato, per non essere più riprogrammato. Si tratta di una di quelle situazioni “what if” nella storia dello sport, in cui Shaq ebbe l’opportunità di fare ammenda con l’uomo che lo aveva sconfitto sulla più grande piattaforma, ma fu subito persa.
Per Shaq, la sconfitta del 1995 fu una sfida personale, molto più di una “semplice” altra sconfitta alle Finals. In seguito ha ammesso che affrontare Hakeem è stato un punto di svolta nella sua carriera, ricordando: “È stato il primo a mettermi davvero in imbarazzo”.
La maggior parte dei centri aveva pochi movimenti, ma Hakeem poteva fare tutto. Fingeva, girava dall’altra parte, faceva un salto o si avventava su di te con un up-and-under. Shaq faticava a leggere Hakeem e questo lo spingeva a spingere il suo gioco a un livello superiore. Non c’è da stupirsi che Shaq abbia vinto quattro campionati, diventando uno dei giocatori più dominanti che la lega abbia mai visto.
È interessante notare che, nel corso degli anni, Shaq ha sviluppato un certo rispetto per Donald Trump, definendolo addirittura un amico. Fu persino invitato al matrimonio di Trump e gli portò in dono una Rolls-Royce. Ha ammesso che Trump era uno che parlava chiaro, che consigliava di “rimboccarsi la camicia” piuttosto che fare giri di parole. Shaq pensava che l’approccio di Trump avrebbe potuto irritare le persone, ma credeva che la sua schiettezza fosse logica se la si guardava con un occhio agli affari.
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