Brad Tank (Neuberger Berman) spiega perché il rialzo dei tassi ha disturbato più i mercati azionari che quelli obbligazionari e perché è la conferma che le condizioni di inizio ciclo favoriscono il credito
Il rendimento dei Treasury decennali è salito di slancio all’1% all’inizio dell’anno per poi raggiungere i 120 punti base verso la metà di febbraio e toccare l’1,60% giovedì scorso. Un trend frutto del timore che la riapertura delle economie e gli ingenti stimoli fiscali e monetari possano generare pressioni inflazionistiche. Ma perché il rialzo dei tassi ha disturbato più i mercati azionari che quelli obbligazionari?
FOCUS SULLA SENSIBILITÀ ALLA VARIAZIONE DEI TASSI DI INTERESSE
Secondo Brad Tank, Chief Investment Officer – Fixed Income di Neuberger Berman, la spiegazione va ricercata nella duration, cioè nella sensibilità alle variazioni dei tassi di interesse. “Quando dalla primavera scorsa i tassi di interesse sono precipitati, i titoli growth, che in teoria sono i più sensibili ai tassi (per valutazioni legate all’attualizzazione degli utili futuri), hanno iniziato a trainare la ripresa dei mercati. La sovraperformance frutto di questa ‘duration’ non ha riguardato soltanto i titoli e i settori legati al boom dello smart working, ma, nel tempo, si è estesa anche ad altri settori ad alta crescita”, puntualizza Tank…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.