Il presidente Donald Trump ha celebrato quella che ha definito una “fase di transizione” per il rinnovamento economico, sottolineando come gli ultimi dati abbiano mostrato una diminuzione dei prezzi al consumo e una solida crescita occupazionale. Questi risultati sembrano sfatare le preoccupazioni sull’effetto dei dazi, che molti temevano potessero riaccendere l’inflazione o destabilizzare il mercato del lavoro.
In un post condiviso su Truth Social, Trump ha affermato che il prezzo della benzina è appena sceso a 1,98 dollari al gallone, sostenendo che “non c’è inflazione”, e ha esortato la Fed a ridurre i tassi d’interesse. “I consumatori aspettano da anni che i prezzi scendano”, ha dichiarato.
“La Fed dovrebbe abbassare i tassi!” ha insistito Trump.
Durante un comizio in Michigan, il presidente ha lanciato nuove critiche al presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, affermando: “Ho una persona alla Fed che non sta facendo un buon lavoro”.
“Non si dovrebbe criticare la Fed”, ha aggiunto Trump, “bisognerebbe lasciarlo lavorare autonomamente, ma io ne so molto più di lui sui tassi d’interesse”.
Questi commenti si aggiungono alla lunga serie di critiche pubbliche che Trump ha mosso contro Powell. Il mese scorso, il presidente lo ha accusato di aver intervenuto troppo tardi e nel modo sbagliato sulla politica dei tassi. Tuttavia, ha rassicurato gli investitori che non ha intenzione di rimuoverlo dal suo incarico prima della fine del mandato, prevista per maggio 2026.
Dopo il report sull’occupazione migliore del previsto, i trader hanno ridotto le aspettative di un taglio dei tassi della Fed a giugno, con le probabilità che sono scese dal 60% al 40%, secondo CME FedWatch.
Occupazione solida e inflazione sotto controllo: l’economia va meglio del previsto
Le dichiarazioni di Trump arrivano dopo la pubblicazione dei dati economici di venerdì, che hanno mostrato un mercato del lavoro resiliente. Ad aprile, i posti di lavoro non agricoli sono aumentati di 177.000, superando le previsioni degli analisti, che si aspettavano 130.000 nuovi posti.
Sebbene la cifra rappresenti un leggero calo rispetto ai 185.000 di marzo, il dato ha rafforzato la fiducia dei mercati sul fatto che l’economia statunitense rimanga solida, nonostante shock esterni come i dazi.
Sul fronte dell’inflazione, i dati pubblicati nei giorni precedenti hanno rivelato che l’indice dei prezzi della spesa per consumi personali (PCE) è aumentato solo del 2,3% a marzo, in netto rallentamento rispetto al 2,7% di febbraio. Su base mensile, l’aumento è stato piatto, rispetto alla crescita dello 0,4% registrata a febbraio.
L’indice PCE core, che esclude cibo ed energia ed è l’indicatore preferito della Fed, è calato al 2,6% su base annua, in linea con le aspettative e in diminuzione rispetto al 3% precedente.
Su base mensile, i prezzi core sono rimasti stabili, battendo le previsioni che indicavano una crescita dello 0,1%.
I prezzi del petrolio, misurati tramite l’ETF United States Oil Fund (NYSE:USO), si avviano a chiudere la seconda settimana consecutiva di calo, con il WTI crude che si mantiene sotto i 60 dollari al barile.
Dall’inizio dell’anno, i future sulla benzina negli Stati Uniti, monitorati dall’ETF United States Gasoline Fund LP (NYSE:UGA), sono scesi del 10%, attestandosi a 2,04 dollari al gallone.
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