La stagione delle trimestrali si avvia a concludersi, le stime degli utili 2025 si ridimensionano ma restano solide, e anche i fattori tecnici puntano a lasciarsi alle spalle le turbolenze
Mentre la guerra dei dazi sembra entrare su molti fronti nel territorio della tregua se non degli accordi di pace, le guerre vere vanno avanti in Ucraina e a Gaza con l’aggiunta della riaccensione, per ora stoppata, del conflitto India-Pakistan. Ma mercati e investitori sembrano sempre meno disposti a farsi distrarre da fattori che fanno titolo ma sono tutto sommato “esterni” e concentrati nella costruzione di una base da cui ripartire, dopo 12 settimane che hanno visto l’S&P 500 oscillare violentemente dal picco di 6.144 punti toccato a febbraio al minimo di 4.855 seguito al teatrale Liberation Day di Trump il 2 aprile, per riportarsi vicino ai 5.700 punti, più o meno dov’era a luglio del 2024. E i mattoni della nuova base non possono che essere i fondamentali, fatti di utili societari, proiezioni per i prossimi trimestri e multipli di valutazione.
LIMATE MA SOLIDE LE STIME DEGLI UTILI 2025
Oltre il 70% delle società dell’S&P 500 ha pubblicato le trimestrali, che puntano a una crescita degli utili del13,6% contro stime di solo l’8% al 1° aprile. Ma le stime per i prossimi tre trimestri del 2025 sono state ridimensionate e Goldman Sachs rivela che il 56% delle aziende ha pubblicato una guidance sotto il consenso, contro una media storica del 51%. La crescita attesa degli utili, come mostra la tabella qui sotto, resta però solida, anche se non più a due cifre come solo poco più di un mese fa…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.