L’imprenditore romano avrebbe aumentato la sua partecipazione in vista dell’assemblea dei soci del 16 giugno che dovrà decidere sull’operazione voluta dall’ad di piazzetta Cuccia, Nagel
Il 16 giugno si avvicina e con esso il voto cruciale sull’offerta pubblica di scambio lanciata da Mediobanca su Banca Generali. Un’operazione da 6,3 miliardi di euro che punta a trasformare Mediobanca in un leader europeo nel wealth management, ma che si scontra con l’opposizione crescente di una parte significativa dell’azionariato, guidata da Francesco Gaetano Caltagirone, contrario all’operazione. Secondo quanto ricostruito dalla Stampa, l’imprenditore romano avrebbe aumentato la sua partecipazione in Mediobanca salendo al 10% e consolidando così la sua posizione come secondo azionista dopo Delfin. Nei giorni scorsi Caltagirone ha espresso forti perplessità sull’ops definendola priva di valore e chiedendo il rinvio dell’assemblea dei soci del 16 giugno fino alla definizione dei dettagli dell’accordo industriale con Generali .
OPS STRATEGICA PER MEDIOBANCA
L’ops prevede l’acquisizione di Banca Generali, controllata al 51% da Assicurazioni Generali, mediante il conferimento della quota del 13% che Mediobanca detiene nella stessa Generali. L’obiettivo dichiarato dall’ad Alberto Nagel è quello di creare un campione nazionale nel private banking, con 210 miliardi di euro di masse gestite, 4,4 miliardi di ricavi e oltre 3.700 professionisti, focalizzato su clienti ad alta patrimonializzazione e famiglie imprenditoriali. L’operazione mira anche a rafforzare l’autonomia di Mediobanca, riducendo la dipendenza da Generali e contrastando l’offerta ostile di Monte dei Paschi di Siena, sostenuta da Caltagirone e Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio …
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.