Dopo che Caltagirone è salito al 10% e si oppone all’operazione, e con Delfin che resta silente, Enpam e i fondi potrebbero essere l’ago della bilancia. Ecco gli scenari
La domanda che sta animando il già complicato risiko bancario italiano ruota attorno a un dubbio che negli ultimi giorni si è fatto via via più concreto: l’assemblea dei soci di Mediobanca riuscirà ad approvare l’ops su Banca Generali il prossimo 16 giugno? Oppure Francesco Gaetano Caltagirone, che si oppone, riuscirà a consolidare la maggioranza dei voti attorno a sè per far naufragare l’operazione? La notizia di ieri secondo la quale è salito al 9,9% del pacchetto societario ha rafforzato questa ipotesi. Sono in molti, infatti, a pensare che abbia incrementato le sue azioni proprio nel tentativo di farcela. Tutto dipenderà dal ruolo di alcuni soci, Del Vecchio in primis, e da quanti andranno a votare.
COSA SUCCEDE SE DEL VECCHIO VOTA A FAVORE
Se si tiene conto dell’affluenza più alta registrata in passato, il 76,8% raggiunto in un’assemblea Mediobanca del 2023, si può ipotizzare che il 16 giugno la maggioranza da raggiungere per approvare l’ops possa essere attorno al 40%. Se Delfin di Del Vecchio decidesse di appoggiare l’operazione unendosi all’Accordo di Consultazione che si è già detto a favore e che detiene l’11,9% del capitale, si raggiungerebbe una percentuale favorevole di circa 31,71%. Con l’aggiunta di altri azionisti istituzionali e retail si potrebbe superare il quorum del 40%. Se così fosse l’operazione sarebbe approvata…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.